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Dalla prefazione di Giancarlo Sissa:

La poesia sa più cose di noi. E le sa meglio. Le incontra e le sommuove in profondità. Ce le restituisce, a esser disponibili, nella sintassi del ricordo. Nelle declinazioni di sconcerto e tenerezza, di presenza e distanza, di attenzione e pudore. Sono questi alcuni degli elementi certi della voce poetica di Ezio Settembri … È la sua una scrittura in versi colta e umile al tempo stesso – così è del resto l’autore – attentissima alle possibilità del dialogo intertestuale con scrittori e poeti importanti della tradizione italiana e marchigiana – dall’amato e compianto Francesco Scarabicchi a Ferruccio Benzoni, da Vasco Pratolini a Guido Garufi a Sandro Penna e altri – poeti tutti letti e studiati par coeur con lucida passione e la cui comune lezione di limpida esposizione del dato umano sia storico che autobiografico sa qui concertarsi in una compiuta rapsodia di ritratti, istanti, miraggi. Il tutto a delineare con accorta e precisa competenza tecnica e formale – ne testimoniano la sobria e funzionale misura del verso e la costruzione severa di ogni testo – le accensioni di un teatro d’anima che si organizzano, lungo le sei sezioni del libro, come luminosa possibilità di romanzo in versi, di carattere anche famigliare oltre che antropologico e a tratti visionario. V’è infatti nella scrittura in versi di Ezio Settembri spazio per la dimensione plurale degli accenti che il porsi di fronte alla propria storia per un uomo di quarant’anni comporta, nei termini anche di un primo e fecondo bilancio esistenziale […]

Guardando Chiamami col tuo nome

Il semplice candore

della tua pelle morbida, delicata,

ancora bambina,

sulle cicatrici del mio cuore.

Coglierei per te il mio silenzio

pur di sentirti

riabitare i miei sogni,

volgendo lo sguardo,

sciolte le occasioni,

tutto ciò che muta

e mi allontana da te.

*

Spesso varcando una soglia

mi sovvengono le luci

dell’immensa famiglia

riunita nel pranzo di festa,

avvolta tra i fumi del camino

e quelli dei cappelletti in brodo,

le chiacchiere mescolate

al tintinnare dei cucchiai

sulla tavola.

È sempre la tua voce, padre,

che sommuove il ricordo,

il calore buono degli occhi

intelligenti, silenziosi,

limpido chiarore

che traspare da quei volti,

armonia delicata, elementare.

Guarigione

Serve una disciplina severa,

esporre le ferite alla luce,

sentirla fluire

al fondo più tenero

della solitudine

che ricompone la grazia

nell’abbandono.

____

un dolore che non si vede / ci percorre inseguendo / un riflesso di luce, la tenerezza della luce. Un riflesso che si alza dal nome fatto d’altra vita consegnata nell’amore. Un amore guardato col calore buono degli occhi dove è il suono del padre il perfetto del cuore compiuto dentro il seno della casa coi suoi angoli di memoria e la madre e ogni attimo custode del segreto che ha il silenzio quando è ombra il vuoto e il tempo del ricordo ha l’innocente attesa di un bimbo quando scrive del mare tutta l’acqua che in un nome trattiene. Nel taglio delle parole la perfezione dell’essenziale, come lo è per la zattera, salvifica nella verità del naufragio. Attento a non ferire il buio, avvicinarlo e piano scoprirlo, è ragione, per Settembri, di un sempre incontro inciso nell’ultimo verso che si toglie perché sia la sottrazione il segno che ricompone la grazia / nell’abbandono.

Daìta Martinez


Ezio Settembri (Macerata, 1981) ha studiato Lettere Moderne a Macerata, laureandosi nel 2007 con una tesi sul pittore fiorentino Ottone Rosai. Dal 2009 lavora come docente nella scuola secondaria. Ha pubblicato poesie e studi sulle arti figurative su varie riviste, tra cui L’immaginazione, Atelier, Il falco letterario, La Bottega della Poesia di Repubblica, Infinito letterario, Poeti e Poesia; sue poesie sono apparse nelle riviste online Atelier, Versipelle, L’Astero rosso, La morte per acqua, Alma Poesia, La poesia e lo spirito, Poetarum Silva, Farapoesia, Arcipelago Itaca. Una sua poesia ha ottenuto il secondo posto al Premio di poesia indetto dal Museo Omero e dall’Università per la Pace delle Marche. Suoi brevi studi su poeti contemporanei sono apparsi sulla rivista Menabò. Dal 2019 fa parte della redazione della rivista online Nuova Ciminiera, sulla quale sono apparse delle brevi ricognizioni sulla poesia di Sereni, Benzoni, Pasolini, Scarabicchi, Davoli. Nel 2021 è uscito il suo primo saggio, Il mito ritrovato – La poesia di Umberto Piersanti (ed. Industria & Letteratura), vincitore del “Premio Lago Gerundo” di Paullo, Premio “L’arte in versi” di Jesi. Attualmente vive e insegna in provincia di Mantova.