Non faccio parte di nessuna scuola: potrei per questo considerarmi un autarchico o forse più realisticamente un isolato. Ho avuto anche io delle letture formative, ma non mi sento epigone o manierista di nessuno in particolare. Mi piacciono molto le poesie brevi. Mi piace la scrittura epigrammatica, che cerca di giungere al nervo delle cose in poche parole. Ho subito l’influsso di Garcia Lorca, Auden, Brodskij, Ungaretti, Sandro Penna, Montale(Xenia e Satura), Franco Fortini, Tiziano Rossi(“Gente di corsa”),Patrizia Cavalli, Dino Carlesi, Patrizia Valduga(Le sue quartine). Quando scrivo cerco di eliminare qualsiasi ridondanza, di ridurre al minimo le parole. Cerco di ridurre all’essenziale, talvolta sfiorando l’afasia(e per afasia intendo un afasia non fluente caratterizzata da uno stile telegrafico). D’altronde non si può far finta di niente: la crisi del linguaggio poetico è evidente da Montale in poi. Scrivere versi allora per me è diventata una operazione di sottrazione e non di accumulo: il mio ritmo è basato soprattutto sul levare più che sul battere. Spesso resto senza parole. Ci sono periodi in cui non scrivo niente e vengo preso da una sorta di paralisi concettuale e verbale. Non sopporto il birignao. Quindi posso per certi versi essere considerato antiletterario. Non scrivo per ricercare “corrispondenze” né per registrare dei dati, ma per descrivere le mie epifanie rintuzzate. Spesso queste piccole illuminazioni interiori possono diventare sentenze(più o meno esplicite) ed il componimento può diventare perciò un aforisma in versi. Da questo punto di vista potrei considerarmi sia un frammentista che un contenutista. Credo nella poesia come espressione della sensibilità e della razionalità umana(per quel che è possibile). La parola poetica a mio avviso può dirci sempre qualcosa di nuovo sul mondo e sull’animo umano. La parola poetica può mettere ordine nel mondo: innanzitutto nel mondo interiore di chi scrive. Da questo punto di vista non ritengo che la bellezza sia verità, ma che la riflessione poetica-filosofica possa condurre alla verità umana(per cui sempre provvisoria ed instabile, mai definitiva). Quindi mi definirei più un razionalista moderno che altro. Queste sono le mie intenzioni. Poi naturalmente bisognerà anche valutare gli esiti, ma questo non spetta a me: spetta ad altri valutare.
TEMPO
Molti devono essere in orario.
Solo gli esclusi non hanno orari.
Arrivare in anticipo è virtù
dei deboli perché i forti
possono sempre farsi aspettare.
Anche i forti non si possono sottrarre
a tutti gli imperativi del tempo.
Orari prestabiliti sanciscono
abitudini lise e ossessioni
fino al guasto irreparabile.
Nessuno è padrone del suo tempo.
Nessuno è veramente padrone.
Nessuno è veramente libero.
Anche gli uomini più liberi
sono schiavi del proprio tempo.
E se fosse solo una illusione
di questo nostro universo?
PRIMAVERA
Il cielo è una gazzarra di rondini.
È uno spazio sempre sconfinato.
Alzano lo sguardo incuriositi
tutti i bambini. Poi ritornano
a prestare ascolto ai clacson
e ai motori delle macchine.
Il rumore del traffico all’ora
di punta è quasi inviolabile,
anche dalle gioie della natura.
LA FELICITA’
La felicità di primo acchito
è una bella ragazza che ammicca.
Ma subito dopo si rivela come
un trucco prospettico dell’animo.
Più che una condizione esistenziale
è uno stato d’animo passeggero.
Siamo legati a questa illusione
da un eterno sortilegio.
È una eterna promessa
non mantenuta.
Niente di più.
Davide Morelli è nato a Pontedera nel 1972. Si è laureato in psicologia con una tesi sul mobbing. Alcuni suoi testi sono apparsi su “Nazione indiana”, “La mosca”, “Poetarum silva”, “Il filo rosso”, “Nugae”, “Scrittinediti”, “Scuola di poesia”(rubrica del quotidiano “La stampa”), “Il segnale”, “Poesia da fare”, “La clessidra”, “Iris news”, “L’ombra delle parole Rivista letteraria internazionale”, “Yawp”(giornale di letterature e filosofie), “Osservatorio letterario”, “Poliscritture.it”, “Pi-greco trimestrale di conversazioni poetiche”. Un suo saggio breve intitolato “Scrivere” è stato pubblicato su Vicoacitillo. Il suo “Manifesto dell’impoesia” è stato pubblicato su “Yale Italian Poetry” per un’inchiesta internazionale sulla prosa poetica. 48 sue quartine sono state pubblicate su “Italian poetry review” x(rivista di poesia italiana della Columbia University). È stato inserito nelle seguenti antologie: “Pisanthology”(Giulio Perrone editore), “Il segreto delle fragole 2009″(Lietocolle), “Il segreto delle fragole 2010″(Lietocolle), “tra erotismo e santità”(Lietocolle), “Taggo e ritraggo”(Lietocolle), “Arbor poetica”(Lietocolle), “Calpestare l’oblio. Cento poeti contro la minaccia incostituzionale”(La cattedrale), “La fanciullezza”(Zona editrice), “Oltre le nazioni”(edizioni Cfr), “Intelligenze per la pace”(edizioni Cfr), “Ipoet 2018″(Lietocolle). Ha pubblicato due ebook su LaRecherche.it: “Dalla finestra” e “Varie ed eventuali”. Ha collaborato con la rivista internazionale Frequenze poetiche. Collabora con il blog letterario Le stanze di carta.