La poesia è innanzitutto sguardo: il bambino che vede la pioggia per la prima volta, un quadro che sembra parlare o la tristezza che si fa strada nel corpo. Una minima parte di tutto quello che vedo si impiglia nelle parole, il resto va via. Allora se dovessi definire i miei versi, direi che hanno la struttura di una fuga coraggiosa. E nella fuga c’è tutto.

 

 

 


 

Le volte in cui la luce viene fuori
mi faccio corpo tra i corpi
pulviscolo inciso nel vento
l’inarcarsi di una pianta secca
perfino l’agonia dell’animale solitario
che non sa cosa farsene di troppo cielo.

Attraverso di me qualcosa brilla,
ma troppo a lungo
l’aria non trattiene radici.

Allora dimmi,
come si impara a lottare con l’ombra
in tempo di pace?

*

Padre, amante, amico
ho sognato che mi amavi.

La tua voce nuova
da un campo assolato
mi lanciava promesse,
non più spazi bianchi
annodati nel vuoto.

Vedevo bagliori sconosciuti,
in quel tempo disarmato
che non ammette ritorni.

*

Vengo a trovarti
in una città straniera
dove niente mi contiene.

I blocchi di case parlano
ma senza nostalgia,
non ci sono ferite sotto l’asfalto
echi accanto a un portone
passaggi dimenticati.

Vengo a trovarti
in una città straniera
dove diventano mute le cose.


Sono nata a Napoli nel 1979, città dove vivo e lavoro. Alcune mie poesie sono apparse sull’edizione online della rivista “Levania” e su “La Repubblica”. Nel dicembre 2019 ho pubblicato la mia prima raccolta di foto e poesie “Non potevo metterci anche l’orizzonte”, con la casa editrice La Gru. Un racconto, “Il mare è di stoffa”, è stato accolto recentemente nel volume “Racconti campani”, per Historica Edizioni.

 

https://www.edizionilagru.com/scintille/228-non-potevo-metterci-anche-l-orizzonte-9788899291846.html