La vita si divide in tre tempi: ciò che è stato, ciò che è e ciò che sta per accadere. Il passato in relazione alla persona è memoria, il presente attesa o godimento, il futuro attesa o godimento in potenza. La poesia permea i tre tempi della vita. Nell’istante subitaneo del qui e ora si sgranano i minuti che mancano al prossimo momento degno di essere vissuto: quello in cui si gode. Dei molti piaceri, il supremo è la poesia, dunque essa diviene la costante di un’esistenza ben vissuta e, al contempo, un dovere personale. Perché scripta manent ed è il solo a recare con sé mutamento, attraverso la riflessione sistematica sul sé e su ciò che incidentalmente lo riguarda.

 

 

 

 


Il gelo delle piastrelle di ceramica
mi rammenta mille inverni senza gente
e autunni trascorsi altrove
tra le pareti di luoghi di cura, di censura

delle variazioni di tono degli acrilici
che insozzano i miei pensieri.

L’unica cronicità che conosco
è amare il sapere e saperlo
mio tuo nostro.
Se è una macchia,
allora imputatemi la colpa di vivere.

*

Il rito del vuotare le pozze
da braccia mozze a forma di rami,
da mille fogliami forestieri e non,
da massi che solo ieri erano ciottoli,
questo rito

volge le mie iridi a circuito chiuso
verso gli abissi del sangue
e i baratri dei ventricoli.

Loro non vogliono accorgersi
ch’io sono Sisifo.

*

Non ne posso più di
pervagare in un aut-aut di istanti,
spero solo

che la reincarnazione sia apofonica.


Nato a Lecco il 20 dicembre 2002, Christian Negri attualmente frequenta il liceo classico A. Manzoni di Lecco. Ha all’attivo pubblicazioni su alcuni blog e riviste online (Le stanze di carta, Il Visionario) e un secondo posto nel concorso Scrittori d’archivio – Io scrivo a casa del Museo e Archivio Storico di Sinnai. Nel tempo libero collabora con i blog online Novaeresantiqui e Grafite&Inchiostro. I suoi versi sono ancora inediti.