Credo che la Poesia, come ogni poliedrica parte dell’Arte non abbia sesso, ma sia del cardio stesso un semplice amplesso liberamente espresso.
Nella mia immagine l’Arte non ha corpo, ma fiato e sta a un passo dal nostro respiro, ci circonda e aspetta ogni vita per essere colta. Fino a essere sensibilmente inspirata da una “persona” che non potrà contenerla, per sopravviverle e per vederla dovrà espirarla dandole vita: con la penna, la stoffa, la carta, la china, il pennello, la tela, il legno, il canto, il filo e… e… e ancora…
Tra tutte le sue varie espressioni aspetta di avere dagli umani cupi, brillanti, opachi, cangianti le conoscenze, i silenzi, gli umori, i rumori…
Per me è richiamo tra ciò che odio e ciò che amo, tra ciò che capisco e ciò che patisco, tra ciò che sento e ciò che mi spegne
L’artista è una persona che, tra una nota che rende e una che stona, non si tiene, si lascia, si perde, si estende e si spende. Consapevole e fiero di essere uno tra tanti, uno tra tanti umani che la accoglie come possibilità di comunicazione, tra ciò che legge, che guarda, che tocca, che ascolta…
L’arte è l’attimo della vita che sente.
SMETTO DI CERCARE
Se dicono “normale”
io ascolto, mi guardo attorno
e a quanto pare
non trovo nulla
che questa parola possa
anche solo in parte trovare
Smetto di cercare
Agli occhi salta fuori
ciò che è
non ciò che semplicemente appare
di-di-di-dire “normale”
è cosa inutile e volgare
Quando soffri
quando ami
senti tutto ciò che passa
odia, trema, brama, ama
Senti, non ti far fermare
da chi contiene e ripete
“è normale”
non sarà modello
ma limitazione
È unico, è esemplare
“provare”
in mezzo a tante
in mezzo a mille cose
su un’unica strada per davvero
le emozioni insite
di-di-di-diverse
ridanno al tempo ossigeno
in tempo reale
Quando soffri
quando ami
non ti fermare, senti
continua a provare
Se dicono “normale”
io ascolto, mi guardo attorno
e a quanto pare
non trovo nulla
che questa parola possa
anche solo in parte trovare
Smetto di cercare
(24 giugno 2020)
*
– cit. – F.Abate A.Rapetti F.Mannoia
“Chi non lotta per qualcosa ha già comunque perso”
NON È NEVE
Un primo nucleo di ghiaccio
vortica e va, su e giù
tra chiare e scure nubi
senza tregua
con la stessa rotta
rompe la quiete
tempesta in onda
Si amalgama col tempo
tra tutto ciò che trova
va lento, su e giù
pian, piano
goccia dopo goccia
altro nuovamente posa
instancabile si insidia
deposita, finché
non c’è corrente che possa
né variare né trattenere
Il peso si rovescia
a cascate
solo più a cadere
Scrosci di danni e benefici
I pensieri vanno
a raso verso terra
Gran parte
sfiora, tocca il suolo
Altro non vi arriva
Si disperde insieme al suono
nel cielo dirompe
intaglia un nuovo tuono
Cambia stadio ogni tono
Come grandine
le azioni di oggi
non rimangono le stesse
che avrei avuto ieri
e non posso più cadere
silenziosa e lieve come neve
(8 giugno 2020)
*
COME GRANDINE IN CATENE
La crisi c’è già stata
spero sia solo iniziata
spero non volga presto a finire
ho molto ancora
io da dare, io da dire
La crisi sta nel mezzo
di ogni vita
di ogni pezzo
non è mai uguale
né mai fine a se stessa
Fa tic-tac nel venire
fa tic-tac ad affluire
fa tic-tac a non finire
La crisi che cos’è
se non posso lasciar il peggio
per sentire il meglio su di me
Come grandine in catene
spiovo a fiotti
grandi chicchi
scrosciano più forti
Come grandine in catene
non verrò più
lieve come neve
(9 giugno 2020)
Anna Adriana Sacco alias Oltre Tre Sillabe. Nasce a Torino nel 1985, conosce la poesia durante la prima adolescenza. Vince il suo primo concorso a un Premio nel 1998, dal tema “Non vedenti” gestito dalla Libera Associazione Poeti e Scrittori. Dal 2018 partecipa come performer agli eventi di poesia Slam. Viene selezionata per le Nazionali di Slam Italia a novembre 2019. Crede che la Poesia sia un’opportunità da respirare, cogliere e vivere delle persone: “L’arte è l’attimo della vita che sente”.