Vivo la poesia – mia e altrui – come un ambiente nel quale mi sento da sempre immersa e allo stesso tempo come un codice (il più congeniale, per me) di comprensione e restituzione dell’esperienza. La poesia è sempre fare, pronunciarsi, e dunque esserci ed essere in relazione, attraverso la parola e i suoi imprescindibili complementi: il silenzio e l’ascolto.
Nello stream
Nello stream tutto scorre e ci lascia
dopo averci lambito
ci lascia
senza tremiti o graffi
non scalda
e non scava
interpella senza alzare la testa
non ha orecchi di carne né ciglia
che esprimano misericordia
qui nessuno mi chiede
che cosa mi manca
nello stream
tutti danno riempiono sanno
cosa offrire ad un cuore
che naviga a vista
conoscendo soltanto
il vuoto codice e il moto apparente
del suo guscio di scafo
e a me manca una ciurma di strada
che diventi compagna di mare
che divida le albe e i tramonti
il pane il vino i risvegli ed il sonno
il racconto dei sogni
le sortite sbagliate
i silenzi le false partenze
e poi forse
il ritorno alla terra
proprio sul limitare
del possibile
ultimo raggio d’estate
*
Diamoci appuntamento in un tuo sogno
Diamoci appuntamento in un tuo sogno
o nel mio, se la veglia ancora ti tortura
e ti toglie respiro e fantasia
Accorriamo dalle tane della Terra
ritorniamo da ogni dove
a rivedere luce
nello spazio terso e libero del sonno
Ritroviamoci senza prendere forma
oltre l’angoscia, oltre quel buco nero
rivediamoci nel chiarore del vero
di un incontro che sempre si perpetua
nelle stanze profonde
dove attingiamo a piene mani amore
*
Voce
E a poco a poco
tutto ciò che ti manca
ti ha scavato
ha preso il largo
il peso tuo, le mani
il fiato
Ti hanno diserto
quelle che appaiono ombre in fondo al poggio
garrule
di una voce senza eco
che si perde
e a noi non lascia traccia a cui agganciare
alcun respiro
o lingua o suono
di cetra
o pietra
con cui segnare il passo e ripartire
a contare lo spazio i giorni le ore
i segni vuoti e pieni
le ossa delle parole
Gabriella Grasso, nata a Catania nel 1971, vive ad Acireale, dove insegna lettere nella scuola secondaria. Si è occupata di linguistica e di LIS, Lingua dei Segni Italiana, su cui ha pubblicato alcuni contributi (Zanichelli, 1998, Edizioni Del Cerro, 1999). Cura la rubrica Limoni, all’interno del blog letterario Bibliovorax, con note di lettura a testi poetici; ha collaborato con il blog Letteratitudine e con la rivista letteraria Lunarionuovo. La sua opera prima, Quale confine, pubblicata nel dicembre 2019 per le Edizioni Kolibris (Ferrara), ha ricevuto un attestato di merito al Premio Montano 2020 e il premio della critica all’Etnabook 2020; è stata inoltre oggetto di recensioni e di note di lettura in vari spazi letterari. Due poesie del libro, tradotte in inglese, sono inserite nell’antologia bilingue In canto (Iris News). Altre poesie sono state tradotte in inglese e in spagnolo per la rivista Iris News. Un suo inedito ha vinto il primo premio al Sonetto d’argento-Premio Jacopo da Lentini 2020. Un altro inedito è contenuto nell’e-book Cinque sensi per un albero (L’Estroverso), progetto letterario che coinvolge molti autori italiani.