l'ottavo giorno

Dalla prefazione di Sonia Caporossi

<< Questo libro parla di un progressivo recupero del senso delle cose di fronte all’ammanco abominevole del significato che emerge dalla superficie scabrosa dell’interiorità. Questo libro volge la propria indagine in direzione del fondale silenzioso e atarassico della natura dell’essere umano quando è posta in dubbio e messa alla prova dal male, dalla malattia mentale e dalla perdita di ragione. Si tratta di un testo elaborato come un poemetto a interruzione continua/alternata, in cui il vuoto si affaccia continuamente al solo fine di essere riempito dell’essenza stessa del vivere, giacché è rivissuto in una presa di distanza, in un passato trascorrente e attualizzato. Il vuoto è la dimensione che permette all’io poetante di darsi in pasto alla comprensione del lettore, come esserci che deve essere riempito di senso >> …

Curve senza soluzione
un nitore svelato e differito.
Vene illuse dalla cera
in un bacio mancato
e mai fiorito.

*

Concentravi tutto l’amore
dietro le mani di Roma.
A Termini il mare era un’arca
senz’arpa, e il fumo scivolava nelle tempie.
Ogni concerto intorno al lumino
della coscienza
poteva essere spento
o acceso, innocenza per innocenza.

*

La follia mi cammina:
e l’io passa da questa al reflusso
della vita condivisa.
Per stabilire quale sia
non la forma nello specchio
e nemmeno quella fuori
ma l’immagine di tutte le immagini
la sola e totale:
quella del dio estratto
dalla polpa del creato
e che io ritrovo soltanto nell’altro.

Ogni io è un altro Dio:
ma siamo tutti la stessa cosa.

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