SALVATORE CONTESSINI DELLA POESIA DICE

C’è un dialogo continuo tra l’io e il sé quasi sempre silenzioso; la poesia è il tentativo di rendere esplicite parti di questo dialogo in una sorta di rapimento estetico che prende le nostre emozioni, spesso i nostri sentimenti, alcune volte le folgorazioni filosofiche che impegnano il pensiero con verità che appaiono assolute. Scaturisce così la necessità di comunicare questi rapimenti, di condividerli con il prossimo contiguo, ma più profondamente di tenerne traccia per mantenerne memoria, che sappiamo, inequivocabilmente assottigliarsi nel corso dell’esistenza. In questo senso la poesia è come un fermo immagine, un’istantanea scattata per fermare il tempo, cristallizzarlo in ciò che vi si è espresso. Un miracolo che continuerà a vivere nostro malgrado dopo il popolamento della pagina bianca. Per me ogni testo scritto in forma poetica porta sì il contenuto che vi si esprime, ma anche i valori aggiunti dell’insieme delle sensazioni che hanno determinato quel momento magico. Qualsiasi evento è degno di questo incanto, ma solo alcuni di questi rapimenti concorrono alla creazione poetica, non sempre immediata, anche differita nel tempo e nello spazio, in una dimensione di esclusiva fluttuazione che porta in sé la vibrazione di una suggestione.

LA SUA POESIA CI DICE

da Criptogrammi – Teatralogia di un alfabeto rivelato, ed. LietoColle 2008
3012

Non ho più polla,
né coppe,
né funi,
né direzioni d’occhi
in cui piegare sguardo.
Un fittile presagio d’immanente
mi predispone ai tendini scoperti
cristallizzati al ghiaccio
con lo sgomento dei frantumi.
Io Donchisciotte privo di mulini
non oso raccontare il vento
ho solo il verso
che scende giù da pioli
in direzione al buio
dell’unica mia tana.

da La cruna, ed. La Vita Felice, 2018
Campo morfico

Sul palmo della mano
come una traccia
è incisa nella forma di destino
la narrazione che si porta in dote.
L’occulto imposto ascolta la prudenza
il dubbio nutre l’aria ferma di vento
non è la legge, ma dalla legge viene.
Questo pensiero tramandato
nutre l’informazione da tradurre
lungo la linea, in fila,
si erigono unici motivi.
Se invoco l’era saturnina
potrò cambiarne contenuto
e pattuire l’alterazione del formato.

da La direzione del silenzio, ed La Vita Felice 2021
Resina
Una resina di memorie
cola dal mio corpo
senza che tempo lungo
ne liberi l’essenza.
La rosa selvatica rimane
un sogno mai sognato
la scorza delle cose,
sola nel suo ideale
mantiene forma plastica
dei titoli di testo.
Attendo che riprenda il fiotto
delle parole confidenti
e intanto incanutisco
come un vecchio stolto.

DI LUI E DELLA SUA POESIA DICONO

Guido Oldani, prefazione a Criptogrammi– Teatralogia di un alfabeto rivelato, ed. Lietocolle.
Un percorso che va per la sua strada, quello di Salvatore Contessini. La sua scrittura è figlia del gusto del configurare e s’intinge con familiarità nella fisarmonica matura del dizionario, omaggio ad una lingua, la nostra, fatta segno dei colpi delle mille irriverenze. Con questo parlare accorto, come una candela difesa da mano opportuna, Contessini entra nel suo metaesistenzialismo. Inevitabile parlare di sapienzalità, della ricerca del mondo intero in un solo punto e viceversa.

Piero Marelli, prefazione a La cruna, ed. La Vita Felice.
Salvatore Contessini ci comunica, fin dalle prime poesie, la sua condizione esistenziale, che si potrebbe dire libera da ogni “costrizione” letteraria, entrando immediatamente, e in modo necessariamente imprevedibile, in rapporto con il lettore, qualificandosi non come maestro o guida, ma semplicemente come compagno di viaggio che racconta per chiedere un gesto o una parola di approvazione o di dissenso, nella speranza che questo avvenga.
Spesso i suoi testi sembrano aspirare al silenzio, consapevole però che la poesia del silenzio non è una poesia dell’assenza, ma, in realtà, significativa di quei momenti necessari a se stesso per comprendere ciò che è stato fatto e quello che ancora resta da fare. È l’altrove, il luogo dello spirito che è sempre da ritrovare e riconoscere, il luogo che comunque permette di ripartire, nella certezza che la poesia è in grado d’indicare la strada.

Anna Maria Curci, nota di lettura per La direzione del silenzio, ed. La Vita Felice.
Come un direttore d’orchestra, il silenzio «monacale», dal quale sono scaturiti i versi, sa far confluire in un insieme armonioso le voci del mondo, quelle permanenti e ‘ricorrenti’ e quelle inserite nella dimensione temporale. Nella sua direzione, il silenzio serba memoria di tutto ciò che appariva paventata sottrazione e che si rivela invece necessario attraversamento: l’esperienza del deserto, l’aridità temuta e affrontata, la sospensione, il distacco dal tumulto

SALVATORE CONTESSINI E I “POETI INFLUENCERS”

Amo leggere poesia al femminile perché trovo che la tavolozza delle sfumature lessicali ed emozionali delle donne sia maggiormente articolata, con una complessità che esprime in modo più aderente l’uso della parola e del linguaggio. Dunque torno sulle letture di A. Pozzi, A. Rosselli, C. Ruggeri, N. Campana e A. Merini, per citare i riferimenti più noti, ma molta della poesia femminile contemporanea delle frequentazioni poetiche che coltivo fa parte della mia libreria. Poi, il mio sommo gradimento è per la poesia orfica di D. Campana, A. Onofri, Trakl: poeti che hanno ispirato molto la mia modalità espressiva, mentre dei poeti del Novecento, E. Montale e G. Ungaretti sono i miei preferiti per la loro componente ermetica e metafisica, per la loro musicalità e per l’essenzialità della parola sempre connotata dall’inesprimibile sostanza del mondo. Risulta facile ritrovarle nei componimenti e nei testi dei miei scritti.

In dono a Salvatore e ai lettori di larosainpiù, di Antonia Pozzi, da Desiderio di cose leggere, Pudore:

Se qualcuna delle mie povere parole
ti piace
e tu me lo dici
sia pur solo con gli occhi
io mi spalanco
in un riso beato
ma tremo
come una mamma piccola giovane
che perfino arrossisce
se un passante le dice
che il suo bambino è bello

Salvatore Contessini (1953). Architetto e collaboratore editoriale da circa vent’anni è nato a Roma dove tutt’ora vive. Oltre alla poesia si diletta in fotografia. Ha lavorato per Roma Capitale come tecnico di Municipi, responsabile dell’edilizia e dell’urbanistica e progettato per gli stessi sistemazioni urbane e servizi a rete.

Pubblicazioni.
Il sole sotterraneo della luce nera (2003); Domestico servizio (2007); Criptogrammi – tetralogia di un alfabeto rivelato (2008); A guardia del riposo (2011); Una tempesta di parole – suggerimenti accolti (2011); Quanti di poesia– Antologia (edizione l’arca felice 2011); con Dialoghi con l’altro mondo (La Vita Felice 2013) ottiene segnalazione a Premio Poesia Lorenzo Montano 28 ed. (2014), è finalista al Premio Internazionale di Poesia e Narrativa “Percorsi Letterari dalle Cinqueterre al Golfo dei Poeti” 2014 e al Premio Int.le di Narrativa e Poesia Città di Caserta 2015; con La cruna (La Vita Felice 2018) ottiene menzione d’onore Premio Montano 2019; La direzione del silenzio (La Vita Felice 2021).

Curatele per volumi antologici.
Boccioli di poesia – antologia degli studenti della scuola media statale “via Bagnera” Roma 2009.
Con Diana Battaggia: Fotoscritture – Istantanee di Erico Menczer – immagine e poesia (2005); Scritture urbane – Appunti fotografici di Gianfilippo Biazzo, Immagine e Poesia su Roma (2007); Arbor Poetica – Poesie su immagini di Stefano De Francisci (2011); Novecento non più – verso il Realismo Terminale (2016).
Con Salvatore Sblando, Dalla stessa parte – uomini contro la violenza sulle donne (2021).