fotoCiò a cui mi fa pensare la poesia è che attraverso le parole si possa agguantare l’impossibile. È evidente che non ci si riesce, ma resta comunque l’impressione che la faccenda sia lì, a portata di mano, e allora si ritenta, in un loop che avvolge e trascina dentro una nuova dimensione.
Per me, approdata alla poesia dopo aver scritto per molti anni in prosa, si è trattato di andare incontro a una condensazione di concetti e accelerazione di idee; persino del raggiungimento di una sorta di libertà. Attraverso i versi si può affrontare la vita con un pensiero laterale creativo che comporta cambiamenti.
Per me è importante con un occhio guardarsi dentro ma con l’altro scrutare intorno cercando una congiunzione tra prospettiva individuale e universale.
La mia scrittura è pertanto poliedrica – tanto nello stile quanto nelle tematiche – passa dallo scavo interiore (forse più lirico) all’osservazione il più possibile realistica di eventi (che più si avvicina alla prosa).
Tratteggio e incisione, leggerezza e potenza, questo è ciò che perseguo quando scrivo, perché la poesia si possa rivelare capace di illuminare come un lampo l’oscurità che a volte mi attraversa.

Desideravamo ancora

Siamo in un ventre di terra
al viola della sera sotto la neve

intorno a noi crescono larici e abeti
(il loro tempo scandito dalla sete)
e nemmeno si accorgono che siamo esistiti
che forse ancora desideravamo qualcosa

la neve sottrae le distinzioni
quieta il calore, sarà ormai ad aprile
l’occasione dei fiori?

Altro profumo

È per via di un reato minore se ora mi trovo
a rovescio della superficie

da qui ascolto il rumore della pioggia:
cade sul giornale messo a riparo
intorno alle viole
sento il loro profumo che torna e scava
finché nell’impronta di cerva mi trova

non vorrei essere ora altra terra
altro profumo.

Fili di buio

Non siamo fatti per restare

piuttosto tentano di rimanere
le nostre ombre sbracciando lo scudo
hanno l’urgenza del dire e del fare
che anche loro presto se ne andranno
a sole tramontato lunghe e assottigliate
come fili di buio con il blu delle persiane


Adriana Tasin (Tione di Trento, 1959) si è laureata in Scienze Naturali all’Università di Bologna e ha insegnato matematica e scienze a Madonna di Campiglio, dove tuttora vive. Si è dedicata alla scrittura in forma poliedrica ma solo negli ultimi anni ha focalizzato l’attenzione sulla produzione poetica ottenendo riscontri positivi anche in questo ambito, oltreché in ambito narrativo. Suoi testi appaiono in riviste, antologie e blog letterari.
Nel gennaio 2020 ha pubblicato la sua raccolta poetica d’esordio, Il gesto è compiuto, con puntoacapo Editrice; l’opera ha ricevuto importanti riconoscimenti in molti premi letterari.

https://www.puntoacapo-editrice.com/product-page/il-gesto-%C3%A8-compiuto-adriana-tasin