filomenaNominare l’ignoto affinando in fuoco vivo la parola fa nascere la visione, è in quel punto che l’allodola spicca il suo volo all’alba, quando si separa dalla notte.
Ma leggero il verso che nasce dalle lontananze, dalla veglia nelle stanze della morte.
La poesia è cosa viva, è il luogo dove l’ala dei secoli umani non muore, dove l’ala del piccolo petto è cassa sonora sulle vie del mondo.

fa che ogni parola nasca dal cerimoniale
della vita,
fa che l’animale muoia a sé stesso
dal sacrificio dell’estasi,
il filo d’erica sarà corpo nel tutto
Volevo tagliare una pesca
con il coltello distante della poesia
ma sono troppo viva per farlo

*

Sono spuma di mare che va
dove amore la tiene
senza il laccio del possesso
su stoviglie pulite a luce,
la mia estasi gemma vortici
e la perdizione che mi punge
le costole,
rosso sangue è il nettare
della mia compassione,
lo lascio al vento
delle foglie per vivere

*

L’ossessione di Arnaut Daniel

faccio incetta di fucine di vento
e alla controra scrivo della notte,
dei cavalli sui campi seminati
a fili di fuoco


Filomena Ciavarella è nata nel 1965 a San Nicandro Garganico. Insegna filosofia e storia nella sua città. Nel 2017 pubblica con Interno Poesia Tra terra e cielo. Con la stessa casa editrice ha curato e tradotto con i suoi allievi le Elegie al Futuro poeta di Nguyen Chi Trung – 2018. Ha pubblicato Versi per l’invisibile, Transeuropa Nuova Poetica 2020.
Alcune poesie di questa silloge sono state pubblicate sulla rivista Altazor e tradotte da Emilio Coco. Ha pubblicato a Novembre del 2021 Versi per Dino, Convivio editore.