Visto il mala tempora, inizierò questa recensione con un ricordo. Il mio amico Carlo aveva una madre filantropa che a metà degli anni ’90 ospitava in primavera una ragazza ucraina che viveva nei pressi di Chernobyl per darle la possibilità di respirare dell’aria migliore di quella a cui era solita. La ragazza, ben educata portava un regalo per sdebitarsi dell’ospitalità, ed io ricordo una bottiglia di vodka di patate a forma di cosacco danzante. La ricordo, perché con Carlo, vi attinsi. Un anno prima di partire le chiesero se c’era qualcosa che desiderasse come regalo, e lei rispose: il pelapatate.
In Ucraina non esisteva, nonostante le Kartoffeln fossero base portante della sua alimentazione.
Ora, per chi ancora non ha letto “La teoria del transatlantico” di Carlo Tosetti, sarà difficile ricondurre le mie parole a qualcosa di sensato, ma fidatevi, il pelapatate ha la sua importanza. Un’importanza che definirei circoscrivendola tra il capro espiatorio, l’alibi perfetto e un leitmotiv wagneriano. È L’impoetica manifestazione che la poesia si fa sottocoperta, partendo dal turno di corvè, sbucciando appunto le patate. Io non conosco Tosetti, ma questo è un libro scritto da un uomo intelligente e capace. Avete presente Novecento di Barrico? Ebbene il Transatlantico di Tosetti arriverebbe prima anche partendo dopo. Sappiamo ormai tutti che i libri di poesia vengono acquistati per motivi di “collezionismo”, “supporto del poeta” e via dicendo. Magari stavolta stravolgete la prassi, come me, che non recensisco gli “amici” e regalatevi il biglietto per un viaggio su quel Transatlantico.
Sebastiano Adernò
Nessuno – con lo sguardo verso l’alto –
vede solcato il cielo verso il nuovo
mondo d’apparecchi astrusi, distesi
su chaise longue, solo uccelli appesi
sopra la nostra nave, il tempo a nuvole
divieta ai continenti d’approdare.
*
Sola nemica è la catastrofe, ora:
l’iceberg, sbronzo un capitano nella
tempesta rara e l’isola neonata
– vulcanica germoglia inusitata –
assente dalla mappa. Ciò che affonda
alfine un transatlantico è la storia.
*
Curiosa mi distoglie una richiesta:
uno di pelapatate. Duemila
e più passeggeri Albizia ne conta,
mi pare una celia, si burlando a onta
che avrebbero molto da faticare.
Traballano i giorni nella tempesta.
*
La teoria afferma che questi giganti
irremovibile solchino i mari:
non è che apparente il disagio – inetto
quel cuciniere – il sistema perfetto
fende l’altlantico con un coltello
smussato. Che taglia l’acqua è la chiglia.
*
Appare nell’orchestra un lavativo
– al vecchio musicista può scemare
la passione, si fiacca il suo violino –
ma per curvarsi ancora nell’inchino,
per nuova fiamma trovi nutrimento;
che Albizia resti nave dell’incanto.
https://www.ibs.it/teoria-del-transatlantico-libro-carlo-tosetti/e/9788898370870
Carlo Tosetti (Milano, 1969) vive a Sirtori (LC).
Ha pubblicato le raccolte: Le stelle intorno ad Halley, LibroItaliano, 2000, Mus Norvegius, Aletti, 2004, Wunderkammer, Pietre Vive, 2016, La crepa madre, Pietre Vive, 2020.
Primo classificato al Premio Città di Chiaramonte Gulfi 2021; primo classificato al Premio Letterario Internazionale Città di Sarzana 2021; secondo classificato al Premio Nazionale di Poesia L’Arte in Versi 2020.
Suoi scritti e recensioni sono presenti su varie riviste e lit-blog.