l'anfibio

Testi da “L’anfibio” di Gabriele Marturano, Fucine Editoriali, 2020

Su quelle quattro pietre lisce
messe in fila all’ombra del caprifico
m’ero messo a riposare,
la mia vita ordinatissima,
pioveva solamente
come risultato della mia
matematica nuvolare e splendeva il sole
come esito della mia equazione.
Ma c’eri passata tu,
ci pensai poi, e sui sassi
avevi lasciato delle gocce
della tua tempesta:
contrassi l’amore
e tornai a casa
portato dai monsoni.

*

Un segreto che ha mostrato
la propria esistenza senza svelarsi,
profumo lasciato per qualche minuto
in una stanza mai più rivista. Tu.

*

Perdonami se
non so uccidere l’umanità, se
non so vederti come sola carne, se
non so ingannarti. L’amore
prova scientificamente
l’esistenza della poesia,
dunque perdonami se
guardo i tuoi occhi
come Mendel i fiori.


Gabriele Marturano vive a Verano Brianza. Laureato in Lettere Moderne, ha scritto per una rivista di musica. L’Anfibio, Fucine Editoriali, 2020, è la sua opera prima.

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