Certi libri nascono da dolori taciuti, da tempi sospesi, durissimi e bianchi come pietre scagliate nella quotidianità, a turbarne il corso, a dare al tempo un nuovo volto.
L’ultima silloge di Cinzia Marulli, dal titolo Autobiografia del silenzio. L’orco e la bambina, La Vita Felice Editore 2022, appartiene a quella schiatta di opere: tratta di una pena, di uno schianto, di un taglio così profondo da urlare fuori dal tempo. “Rosso Guernica”, scrive l’autrice in una delle densissime pagine (p.14), riferendosi al colore delle scarpette da bambina: ma, inevitabilmente, l’immagine che si schiude avanti agli occhi è quella del dipinto, è la posa plastica, immutabile, di un orrore nudo, sconfinato, che si ripete e si rinnova di attimo in attimo.
Tratta, questo libro, di amore: quello che, in una sorta di chiasmo, di abbraccio circolare, apre e chiude l’opera: come un inno di fiducia e riconoscenza agli affetti veri, alla vita ricevuta e a quella data, alla memoria: che è, a sua volta, un atto di amore ma anche, in certi casi, di accettazione – e rielaborazione, comprensione, assoluzione e perdono – verso ciò che si è stati, verso quanto si è vissuto.
Il passato non muta, dicono queste pagine, ma lo sguardo con cui lo si può osservare sì.
Il primo tribunale è quello di dentro: talvolta, come uno specchio deforme, offre voce a echi distorti e rimanda un’immagine di sé stravolta, offuscata, da nascondere e rinnegare.
Il mostro, con quel suo gesto immondo, ha trapassato i bordi ed è divenuto pelle, tessuto, presente: è divenuto Sé, in una sorta di osmosi che risponde a quel codice non detto né dicibile che, spesso, fa della vittima responsabile e carnefice di sé – congelando quell’atto, quell’attimo, nel tempo: e che cos’è se non inferno, quella condanna che si ripete?
Quel che accade o è accaduto, però, non consegna interamente – non può, né deve – la Persona in tutto ciò che è e diventa, che ha e inventa, il coraggio feroce e luminoso di essere e dirsi vivi, bellissimi, unici: così come si è.
Ecco che allora ” la bambola ormai è cresciuta/ trasformando in amore/ il suo dolore osceno/ tiene tra le braccia l’uomo nero/ lo accarezza e lo perdona/ e con lui sé stessa” (p. 47).
Cinzia Marulli, con questo libro coraggioso, potente, struggente e delicatissimo, scardina torpori e getta luci sulla più grossa, indescrivibile aberrazione dell’uomo, quella che viola la meraviglia dell’infanzia e affida a tutti, indistintamente, il portato morale e materiale della Responsabilità che abbiamo verso i bambini, verso la loro fiducia, la loro allegria, la loro innocenza; verso il loro diritto di essere e andare, di crescere senza nulla e nessuno che li turbi.
Tra questi, sono da includere anche i bambini che noi siamo stati, che ci guardano e ci aspettano da qualche parte giù dentro, che ancora – che sempre – possiamo accogliere e tenere sul cuore.
Senza fretta. Ringraziando.
Alba Gnazi
Cinzia Marulli è nata il 6 marzo 1965 a Roma dove vive e lavora. Organizza e coordina eventi e incontri culturali con la finalità di diffondere la poesia.
È curatrice della collezione di quaderni di poesia Le gemme (Ed. Progetto Cultura) e della sezione di poesia ispano-americana della collana Labirinti (Ed. La Vita Felice) insieme al poeta cileno Mario Meléndez.
Ha fondato e cura il blog letterario ParolaPoesia.
Ha partecipato a vari festival internazionali di poesia in Italia e all’estero e le sue poesie sono state tradotte in arabo, cinese, francese, greco, inglese e spagnolo e pubblicate in Cina, Bolivia, Colombia, Ecuador, Honduras, Messico ecc.
Nel 2021 è stato pubblicato in Spagna il suo libro di poesie El sentido blanco de las nubes per le Edizioni Valparaíso con traduzione di Emilio Coco.
In collaborazione con il Gatestudio Records ha realizzato progetti di video arte.
Nel 2014 ha vinto il “Premio Prata alla cultura” e nel 2016 ha vinto la 1^ edizione del Premio di Poesia “Casa Museo Alda Merini” con la silloge La casa delle fate.
Pubblicazioni:
Agave (LietoColle, 2011);
Las Mantas de Dios – Le coperte di Dio (Ed. Progetto Cultura, 2013);
Percorsi (La Vita Felice, 2016);
La casa delle fate (La Vita Felice, 2017);
El sentido blanco de las nubes (Edizioni Valparaíso, 2021).