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Mandare lettere ai cieli, ai venti, ai mari, a tutte le dilagate forme dell’universo*: poetare è un atto di profondità che ritrova la sua origine nelle sensazioni primordiali – un istinto del mondo reincarnantesi anarchicamente; ed è in questa anarchia che si nutre il desiderio di esprimere all’etere la nostra più totale perdizione.

* L. Calogero

e scopri che sei vivo, che non sei più
terreno abusivo, anche se qui tutto
rimane menzogna, terra di mezzo
tra il Tigri e l’Eufrate. Urgono legno
e scalpello, e uomini e donne
che mi riscaldino: qui c’è freddo
e il fuoco non esiste ancora

*

ci vuole talento a restare a galla
a graffiare le pareti, a scalfire le parole
testa o croce, carta forbice sasso
cadono fortezze e fortificazioni
tricuspide e mitrale e un unico destino

è il gioco di un amante perduto: contare
i litri di sangue versati per la tristezza

*

al tempo resiste soltanto chi ha amato
chi si è cavato dagli occhi il futuro,
perché tornasse trascorso e decorso,
quando del presente rimane il niente


Deborah Prestileo, classe 1999, educatrice e bookblogger – la trovate su Instagram come @narramiodiva – Italianista dell’Alma Mater.
Vive in Sicilia, le cui radici hanno forgiato e temprato il suo stare-al-mondo, e dove si ostina sempre a tornare: non importa nessun altro amore.
Crede fortemente nel potere della parola: impara a leggere ancor prima di parlare e questo è profondamente significativo della sua persona: il valore che ispira ogni suo pensiero e ogni sua azione è il legame che esiste – sin da quando gli aedi narravano le gesta di Achille – tra l’educazione e la Letteratura. È uno spazio in cui le spine riescono a ferire più delle lame – come pensi che fioriscano le rose? La poesia, i classici, i saggi sulla lingua e sul femminismo, le tragedie antiche, i romanzi russi, le rivisitazioni del mito in chiave contemporanea. Questi sono i generi letterari che predilige nelle sue letture.
Vive seguendo un solo credo: quanto hanno sentito ed insieme scritto Anna Achmatova, Marina I. Cvetaeva, Amelia Rosselli, Alda Merini, Elsa Morante, Elena Ferrante e Patrizia Cavalli, le sue maestre per eccellenza; e non è finita qui: spera, nel futuro, di raccontare le loro voci, insieme a quelle delle altre scrittrici del Novecento, la cui assenza – nei manuali di Letteratura – pesa come un macigno, ma che, nella sua vita, hanno fatto – e continuano ogni giorno, a farlo – la rivoluzione.