EMILIA BARBATO DELLA POESIA DICE
La poesia si perfeziona nel silenzio, pertanto, l’autore dovrebbe vivere cercando la poesia e dire il meno possibile lasciando spazio ai suoi versi.
LA SUA POESIA CI DICE
Lascaux da Flipper, Officina Coviello 2022
Quel primo passo imprime
la cosa in sé
su muri, pezzi di legno, ossa.
In un post scriptum gli uccelli partoriscono
su dorsi di stambecchi.
Nulla è reale, nulla è certo
fuorché la fonte
ultraterrena la radice figurativa
tra uomo e spiriti.
Danno notizia
la donna bisonte, il megalocero, il travertino.
***
Vespro da Memoriali Bianchi, Edizioni Smasher 2014
Il distacco è un declivio privato
come il ritegno con cui la luce
crepuscolare mi siede accanto
prima che i neon si accendano.
Scava un vuoto l’attracco al finger,
(le tue dita sul viso
appena un attimo fa)
morde la curiosità di un bambino
che getta poveri fiocchi, brevi
arcobaleni sul linoleum, strappa,
accartoccia disegna un Non-finito
senza sosta, irrigidito in una torsione
come San Matteo nella pietra.
E poi partire, misurare la distanza,
impuntare la parola fine
e un vento palpitante fuori
la carlinga a dimora della voce.
***
Da Il rigo tra i rami del sambuco, Pietre Vive Editore 2018
Minutissimi relitti alla deriva,
le teste canute nel sonno
inclinate su un lato,
naufragano qualche parola.
Si distingue una litania,
resta sospesa nella sua imperfezione
eppure propaga il senso e il suono che tuona
nell’aria immobile della stanza.
– Gesù Giuseppe e Maria
vi dono il cuore e l’anima mia –
DICONO DI LEI E DELLA SUA POESIA
Maurizio Cucchi, prefazione di Primo Piano Increspato. […]Primo piano increspato è dunque un’opera ricca di interne suggestioni, che invitano il lettore a ripercorrerne gli interni sviluppi dopo un primo approccio. Un’opera che segnala un’autrice di sicura personalità originale, incisiva e impeccabile nella sapienza del suo pensiero poetico e della sua scrittura.
Camilla Ziglia su Flipper da https://alfredorienzi.wordpress.com/2022/10/07/su-flipper-di-emilia-barbato-officina-coviello-2022/?fbclid=IwAR2HzEBXGVebuIxVcPrRaoQ7hm7FfhaKQUOg6FtqFTv02b6FYqDaSTTZTLk
Barbato ha condotto una ricerca di alta profondità negli archetipi dell’umano e del linguaggio, le suggestioni più affascinanti per la mia sensibilità sono state quelle di matrice antropologica preistorica, forse guidate da documentari di cui mi scorrevano in lettura chiare visioni immaginarie. Un esempio “Lascaux”, dove il nome basta ad accendere colori di sangue e terra, fuochi, riti arcaici “Nulla è reale, nulla è certo / fuorché la fonte / ultraterrena la radice figurativa / tra uomo e spiriti. // Danno notizia / la donna bisonte, il megalocero, il travertino”.
Anche nella meditazione sul linguaggio Barbato è memorabile: ne svela la profondità di aggancio con l’archetipo in salti inauditi dal primitivo al preumano all’oltreumano, ma anche la sua fallibilità (“I tre ossi”, “Aliossi e poemi”, i frequenti precipizi, il concetto, disincantato per un poeta, dello scritto – non dello scrivere-che salva.
Sarebbe ingenuo non fare i conti anche con ciò che non si vorrebbe emergesse da un simile rapporto con la scrittura: violenza, crudeltà, dolore affiorano e si ricompongono nel disegno complessivo della natura, in cui è inscritta quella umana (splendida la chiusa di “Allusione”: “crudele con più / indifferenza cresce / un pensiero criminale. / Chiedo l’origine al muto / geroglifico, alla natura”)
Ivan Fedeli, postfazione de Il rigo tra i rami del sambuco […] Ciò che la Barbato lascia, in ultima istanza, è una dolce minaccia di poesia e la consapevolezza di una fragilità comune prima percepita, poi vissuta, quasi si verificasse una comunione di intenti tra scrittore e lettore e il libro fosse un luogo condiviso dove incontrarsi almeno una volta e per sempre. Ecco, questo è della vera poesia.
EMILIA BARBATO E I POETI “INFLUENCERS”
Oltre ai grandi maestri italiani, amo la poesia francese e i surrealisti, la poesia slava contemporanea, la finlandese e la neogreca. Più che citare poeti di riferimento preferisco pensare a tematiche e stili che mi hanno influenzato.
In dono a Emilia e ai lettori di larosainpiu.org, estratto da Poeti e aforisti in Finlandi (Edizioni del Foglio Clandestino, quinta edizione 2020), a cura di Gilberto Gavioli e Fabrizio Caramagna. Traduzione di Laura Casati e Antonio Parente,
di Eeva-Liisa Manner da Questo viaggio, 1956
Faccio della mia vita una poesia, della poesia la vita,
una poesia è un modo di vivere e l’unico modo di morire
con estatica indifferenza:
scivolare nell’infinito, galleggiare
per un preposto attimo lieve sulla superficie divina,
sulla superficie dei gelidi occhi divini,
che non piangono, non vegliano, non maturano opinioni,
guardano con distacco e ammettono ogni cosa,
perseguono l’ordine e precisi attimi
proteggono scorpioni, serpi, seppie
(che le persone odiano, confondendo coi loro desideri
queste forme);
professa un’unica fede: la Curiosità,
vagare per stanze di pesci, scorpione e capra,
mutuare dall’uccello desiderio e distanza
e librarsi all’ingiù
come un’ala avvolta dal vento,
rapida libertà, a forma d’uccello.
Emilia Barbato è nata a Napoli nel 1971 e risiede a Milano. I suoi testi sono apparsi in diverse antologie, sulla rivista Il Segnale, Poezia di Bucarest, Immaginazione delle Edizioni Manni e sull’Aperiodico ad Apparizione Aleatoria delle Edizioni del Foglio Clandestino. Geografie di un Orlo (CSA Editrice, 2011) è la sua prima raccolta. Seguono Memoriali Bianchi (Edizioni Smasher, 2014) Capogatto (Puntoacapo Editrice, 2016), Il rigo tra i rami del sambuco (Pietre Vive Editore, 2018), Nature Reversibili (LietoColle, 2019), Flipper (Officina Coviello, 2022), Primo Piano Increspato (Stampa 2009, 2022)
La cura. Ecco, riconoscente per questa premura. Ringrazio Rosanna e tutta la redazione per aver ospitato i miei versi.
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