I Sublimazione

Non sarà manna dal cielo
né verità che ci uccide
ma come letto di fieno
saprà di vita che siede.

*BIANCA ATTESA

È invisibile il filo di luce che unisce nella notte
due teneri amanti – d’amore destati.

Quando un gatto nero cammina in equilibrio
sui tetti e sul balcone – un solo giallo dentro gli occhi.

*MI PENSI


II Caduta

Nessuno resta
ad aspettar la morte
mentre cade la neve.

*NESSUNO RESTA

Cerca dentro i tuoi silenzi
la ricchezza del pensiero,
non è mai leggero il pane
capace di assorbire la zuppa.

*CERCA

CHIEDILO ALLA NEVE

Chiedilo alla neve perché ci amiamo:
si scioglierà per divenir sorgente
o muterà in ghiaccio che scalfiremo.
Poi un giorno diverrà vapore
e moriremo lievi


III Riposo

Quando finisce un amore
è cenere negli occhi
è solo un nuovo inizio
mentre piovono ossa
e tutt’intorno ruggisce il buio.

*QUANDO FINISCE UN AMORE

In una vecchia firma
un’assenza che non mente.
Nero su bianco permane agli atti
un passaggio di morte obbligata
che ci offende in scala 1:100
come un progetto, studiato a tavolino.

*IN UNA VECCHIA FIRMA


IV Ritorno alla terra

SE

In assenza di risposte
preferirai la terra.

Un riparo ti sarà lieve
quando ti chiederai perché.

L’amore è pioggia
ti bagnerai comunque.

NERA, LA NEVE

Venne la neve, d’inverno
venne in ritardo, la neve
in primavera, venne
la guerra che sapeva d’inverno
improvvisa seppe
camminare senza il senno
che trasportato dal vento
s’impiantò prima lento
ponendo radici
cercava la fonte
trovò l’insulsa ignoranza
che crebbe veloce
più del tempo,
è per questo che il nero
che venne, sapeva di neve
sapeva d’inverno.

Estratto dalla postfazione di Antonio Fiori.

Un’interessante riflessione dell’autore sui processi di nascita e formazione della poesia introduce e accompagna questa silloge. Oltre la neve non è dunque – come in genere accade – frutto di un riordino dei testi più recenti con il relativo accorpamento per temi, luoghi o persone, bensì una raccolta quasi poematica nata da una suggestione: se, secondo certi studi, la neve rende felici, è possibile – si chiede Corona nell’introduzione – “far nevicare” con la poesia? Eguagliare cioè in poesia quel senso di meraviglia, di comunità, di bellezza fugace proprio di una nevicata? Nelle quattro sezioni di questo libro (Sublimazione, Caduta, Riposo, Ritorno alla terra) ci viene così proposto un parallelo tra la nascita, il fioccare e il breve restare della neve e la nascita, il formarsi e il restare della poesia, con un’argomentata similitudine tra il fenomeno fisico e quello artistico: «Non sarà manna dal cielo/ né verità che ci uccide/ ma come letto di fieno/ saprà di vita che siede» (*Bianca attesa)… In quasi tutti i testi c’è una tensione interrogativa o esplicitamente filosofica, spesso accompagnata da immagini che li suggellano (per esempio, nei versi prima riportati, «un’assenza che non mente» o «questa barca di rughe»). La poesia di Antonio Corona ha insomma tappa importante in questo lavoro, nel quale l’autore, come si è detto, le crea un percorso inatteso dove il verso sa andare «oltre la neve», provando a spogliarsi degli stilemi degli esordi per muoversi con nuova consapevolezza e originalità espressiva.


Antonio Corona (Sassari, 1972) vive a Torino. Veterinario di professione, in poesia ha pubblicato nel 2020 I segreti del cuocore (Ensemble Edizioni) e Ritorneremo ad essere (Albatros). Nel 2021 vince
il Premio Adrenalina 6.0 e pubblica Controfobie (Eretica Edizioni). Sue poesie sono presenti in antologie, tra le quali Dalla stessa parte – uomini contro la violenza sulle donne (La Vita Felice). Ha ricevuto riconoscimenti in diversi concorsi letterari, tra cui il primo posto al Premio Internazionale Fōrma Cultura 2022. Inserito nell’elenco dei poeti accreditati da WikiPoesia, è impegnato nella diffusione di poesia attraverso il gruppo di “Vivere d’Arte-Letteratura”, il blog letterario “Leggere Poesia” e “Nuova Euterpe”. È tra i fondatori dell’Associazione Culturale Vivere d’Arte di Torino e collabora con altre associazioni di settore.