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canto il silenzio d’edera preghiera
spira dentata d’artiglio che affonda
sbalza la mappa, l’intaglio preciso
su questo corpo di scogliera franta
un ribollire ai bordi, una scampata
emorragia: tocca là dove brucia
non chiarire, non dire

*

questa la stanza o un’altra, questa o un’altra
l’ora, carta e matita a scarnificata memoria.
torvo il riflesso che ammicca a quel
davanzale, lasciarsi
abitare da un’altra qualsiasi morte incruenta

*

è saggezza di funambolo: troppo vero spezza il filo.
e barcolli in barbagli, cieco l’occhio che crede
svelto il piede che sfiora
lo strapiombo di essere intera.

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silenzio, soglia d’acqua
fiore che sanguina in bocca
aspra nei tagli la trama di
nude corolle, sillabe cave.
per ogni spina che raschia
la gola, qualcosa scollina
si stacca: fogliolina
che cavalca nel vento la caduta

*

ora che più chiara è questa notte
una penombra di morbidi e saldi
contorni, lasciami aperta
ai volti di un volto soltanto.
stanno a un soffio l’antilope
e la tigre, la grandine e la rosa.
che continuino, io prego
e non dimentico.

*

Loriana d’Ari, silenzio, soglia d’acqua, prefazione di Mario Famularo, Arcipelago itaca, 2021

Loriana d’Ari vive a Genova, dove lavora come psicoterapeuta. Ha pubblicato su riviste e blog letterari e ricevuto riconoscimenti e segnalazioni in vari premi, tra cui “Ossi di seppia” e “Bologna in lettere”. Silenzio, soglia d’acqua, che è la sua opera prima, ha vinto la sesta edizione del premio “Arcipelago itaca” per una raccolta inedita di poesia ed è stata segnalata al premio “Lorenzo Montano”.