*
cadono i nostri nomi con un tonfo
alcuni pesanti come massi di roccia
al contatto con l’acqua
alzano spruzzi alti e gravi
argillosi altri si sfaldano
e il mare si fa tutto giallo
a volte sono soffi
sussurri minimi subito persi
appariranno in sogni libri discorsi
svaniranno in sillabe e suoni
come se mai fossero stati nomi
*
e se ci troveranno in un altro secolo
inseparati in fondo al mare
con ossa e carne trafitti
il corpo disseccato dal sale
il mondo si sorprenderà
del nostro lungo abbraccio
dita saldate nel torpore cobalto
il volo irreale della manta
ci porterà in foreste più fitte
a custodire ogni cosa di noi
l’ipotesi sui nomi cadrà
con la stessa memoria dei tempi
cresceranno capelli come alghe
nuove sintassi per ascoltarti di nuovo
*
fiat lux et facta est lux
per riportare la chiarezza alla sua casa
il pensiero vuole la tautologia
complicati discorsi
congetture ornate
inerpicati in metafore e spari
squamano d’orgoglio
vagano senza passaporto
bisognerebbe sentire
l’eleganza di una pietra
risalire la corrente dell’antico fiume
sfiancati dal desiderio della sorgente
la lingua sussurra come polvere
*
cavalli di Troia
nel ventre concavo tutto si tiene
dentro lucidi specchi
fissi in immagini languide
pose scatti dettagli
unguenti e lacche iridate
nel candore levigato dei corpi
come risuonano vane
le tristi profezie di Cassandra
l’ingenua stoltezza di Laocoonte
tutte le ideologie sociali
che aprirono e chiusero secoli
trascinando le masse in avanti
con scettri o covoni di fieno
misurata in indici e spread
la vanità è un inganno sottile
di cavalli di legno
che la sorte capovolta al presente
abbandona sulle spiagge greche
ogni cosa diventa la sua idea
pallido simulacro del mondo
così procediamo sulla via sacra
verso il tempio invaso dai rovi
nuovi dèi ci assicurano pigri
che la felicità può ancora venire
*
il tempo stava fuori ad aspettare
sul muro in teorie immobili
gli occhi vuoti dei santi bizantini
sfregiati dai dominatori
perché non trafiggessero i nuovi arrivati
ma la ragazza dice che dagli occhi
ricava polvere
un filtro amoroso o di buona salute
il mare si abbandona
sulle spalle della luce
*
Enza Silvestrini, L’assedio, Ensemble, 2021

Enza Silvestrini è nata a Pomigliano d’Arco nel 1972 e vive e lavora a Napoli. Ha pubblicato le raccolte di poesia Partenze (Manni, 2009), Controtempo (Oèdipus, 2018) e L’assedio (Ensemble, 2021); il romanzo Sulla soglia di piccole porte (Iuppiter, 2012); i racconti nei libri d’artista Lido Mappatella (con disegni di Enrico Pulsoni, ilfilodipartenope, 2012), Cavallo Mazzocchi (con tavole serigrafiche di Mimmo Paladino, ilfilodipartenope, 2021) e Sguardo sensibile (con Yvonne De Rosa e Roberta Ruggiero, ilfilodipartenope, 2022); la favola in versi Diversi amori (illustrazioni di Barbara Balbi, Iuppiter, 2013). È presente in diverse antologie poetiche e riviste. Ha collaborato con «Poesia» e altre riviste letterarie.