SPARTENZE
Sono quella
che canta e ride
si cuce gli occhi
e si punge le dita
A RICOMPORRE IL CERCHIO
Più triste sulla pietraia il passo
dopo la canzone degli abbracci
e la parola ombra sul filo
dell’assennata verità.
Dell’indagata geometria alga
segreta nei discoperti contorni.
Non basta a ricomporre il cerchio
la misura del volo il cappio sciolto
il ramo di ginestra ad infiorare il seno.
IL PASSO BREVE
Si è fatto breve il passo
e il filo si assottiglia
per l’uso dei molteplici rammendi.
È vano ricondursi a scale cieche
a crediti insoluti
all’alba magra – quando fra veglia
e sonno il margine s’accorcia –
s’affollano presenze insospettate.
Il giorno che s’annuncia
porta il sapore
del tempo che ci lascia.
A PALERMO NESSUNO
1.
Altro
dal canto misurato
in oro di gesti
altro indicibile e scarno
Nella sera
le parole sono pietre
la casa vuota grida
anime perdute e si contorce
Un’ape solitaria
ai vetri batte l’ali
e sugge vento
5.
Dateci il silenzio del quieto
proseguire – piede dietro
piede – sul sentiero radente
i cigli dei costoni
Non abbiamo paura
Sappiamo scansare le tagliole
anche con gli occhi in alto
verso il cielo
13.
Antica luce sull’Abbazia del Chiostro
a Monreale – contrappunto
a stridori che percorrono il cielo –
mentre il giorno
muore senza alcun conforto
sulle formelle d’oro bizantino
ORACOLI
I PERCORSI DEL SANGUE
Compie percorsi ambigui
-il sangue –
parla linguaggi osceni ai sensi
e li sconvolge
s’insinua nella carne
e pulsa di desiderio
e trema e trama
rosicchia a morsi piccoli
-di topo –
sgualcisce le pagine segrete
dell’amore
senza dolore
QUEGLI ANNI SETTANTA
Quegli anni settanta in penombra
nella stanza tre metri per due
battendo sui tasti Olivetti
ritagli di vita e d’amore
col sogno nel cuore di un cielo
che entrasse di sguincio dai vetri
a posarsi sul petto
e lucciole e rondini
ancora a vibrare nell’aria.
Ma anche nel sogno lo schiavo
non cessa di essere schiavo.
ALTRO DA TE
Altro da te
nel cerchio della solitudine
inseguire.
Da capo a capo
-anima braccata
sfuggire la volontà
delle catene.
Finalmente accecare
l’occhio perverso dell’attesa
Anna Maria Bonfiglio è nata a Siculiana (AG) e risiede a Palermo dove da molti anni svolge attività culturale nell’ambito letterario. Giornalista pubblicista ha collaborato con i settimanali del gruppo Rizzoli e GVE , con i mensili SiciliaTempo e Insicilia , con la rivista Silarus e con molti altri periodici per i quali ha redatto recensioni e articoli letterari. Ha curato un corso di analisi ed interpretazione del testo poetico presso l’Istituto Professionale CEP di Palermo ed un laboratorio di scrittura creativa presso la sede regionale ENDAS Sicilia; ha diretto il periodico Insieme nell’arte e il giornale online Quattrocanti. Ha pubblicato in volume poesie, racconti e saggi, suoi testi sono reperibili in vari siti web. Fra i premi e i riconoscimenti che le sono stati assegnati: Premio di Cultura “Città di Monreale”; Premio “Giacomo Giardina” alla carriera; Premio “Salvator Gotta” per trent’anni di attività letteraria; Premio Telamone 2014 “Per l’impegno nel campo culturale”.