*
la strega parla
Vinco il tempo nel mio spazio.
Lo creo solido e verticale.
Un telo di lamiera di traverso
al cielo.
Polvere dove era il sangue
polvere a compattare il male.
Chiudo una ciocca nel pugno –
nessun liquido, nessun sudore.
Io dico parole.
Purezza, perfezione.
Io ti dico chiudi l’orecchio
a ogni altro suono
chiudi il tuo corpo
nella mia mano.
Chiudi le cosce, le braccia
lascia salire alle tempie le spire
del mio volere.
Crescere è sempre tradire.
*
Le pietre
Se vi appartengo è per sottrazione
per gli ospiti raccolti, le creature
rovesciate nelle mani.
Tengo lo sguardo al suolo nell’andare
ai semi di polvere schiusa, come
tornando verso casa –
se casa è la distanza di un seguire
l’attesa delle stanze dove pieghi
l’insulto e il dolore e non sai
scandirti nella vita com’è ora –
quasi a scriverne dal ventre invasi.
Tra me e voi un distacco d’ombra
e non è vero che il ricordo è parola,
il premere dei nomi attraversati,
solca più a fondo il non detto, il non appreso
la forzatura a essere nei corpi.
La lingua fa pulito sul suo vuoto.
La paglia strizzata nelle ossa –
le piume inadeguate sopra i volti.
*
Orso polare
(cose nascoste dietro le porte)
Una porta non è un luogo, ma quando
l’attraversi tutto cambia per sempre.
Non è come guardare alla finestra,
lasciare le serrande sollevate
l’aria da fuori che diventa acqua
come un corpo nello sforzo di entrare.
Non c’era niente, quella notte, da vedere.
Nessuna stella, lampione, nessuna
luce dalle case vicine.
Dalle montagne brune dell’autunno
soffiava il buio, l’onda di un lamento.
Il mondo non è reale. Né mai
lo sono i volti dietro le parole.
Le forme che tu credi di scorgere,
toccare, si ritraggono
in una vita interiore, le bocche
color ruggine trafitte di vento.
Ma qui nel chiuso di questa cucina
è come quando il sogno mi trattiene
un nucleo d’universo senza storia
e cerco senza pace oggetti amati.
Gira la casa come nella fiaba
si arresta sulla scia del settentrione
L’odore ruota obliquo nella testa
prende la trama dei tessuti,
le mani, da dietro la vetrata.
Ci sono molti modi di mentire
ma solo uno di essere sinceri.
Da così lontano vieni
da oltre i ghiacci, la terra dei muschi
– la pelliccia ti aderisce alle ossa
umida, piena di polvere, croste,
ma il tuo sembiante è nitido, compatto –
ogni rumore un gesto d’estinzione
una lesione accesa sopra il cuore.
Bussi nella mia stanza con le unghie.
Sono io stessa porta e poi terrore –
lo scarto dell’ombra sopra le pareti.
In piedi sulle zampe l’animale
fatto di nube spessa, fiato, denti.
Sei tu la forma dell’amore?
Il re del nord, del tempo immateriale
l’orso polare altissimo, s’inchina.
*
Dall’altra parte
Il luogo è lo stesso
dei sogni, ma sei sveglia
e ti vedi le mani.
Chi incontri ha gli occhi strani:
vede il dentro dei corpi
alberi della preistoria.
Hai sete eppure non bere.
Arriva al pozzo delle radici
taci ogni nome che sale.
È tutto vero quello che credi –
ti salvi se cadi.
*
La collina
Ci spezziamo
questo è un cerchio impresso da un sasso
si allarga svanendo – mi getti addosso la tua scorza
divento uno scoglio divento
una collina nell’acqua
nella collina vive un popolo invisibile
– schiene cave – ti paralizzano nel sonno –
si abbassano – corpo di tenebra sul corpo – si allacciano
una vena di latte – uno strascico del tuo vestito
l’oceano è lo sfiatatoio della notte – schiarisce – esita
ti componi in un’isola sotto i miei fianchi
*
Francesca Matteoni, Ciò che il mondo separa, nota di Fabio Pusterla, Marcos y Marcos, 2021

Francesca Matteoni è nata a Pistoia nel 1975. Ha pubblicato vari libri di poesia, tra cui Artico (Crocetti, 2005), Appunti dal parco (Vydia, 2012, riedito nel 2023), Tam Lin e altre poesie (Transeuropa, 2010), Acquabuia (Aragno, 2014), Libro di Hor (Vydia, 2019, con immagini di Ginevra Ballati), Ciò che il mondo separa (Marcos y Marcos, 2021). È autrice di racconti, Io sarò il rovo. Fiabe di un mondo silenzioso (effequ, 2021) e romanzi, Tutti gli altri (Tunué, 2014), Tundra e Peive (Nottetempo, 2023). Ha all’attivo pubblicazioni accademiche in italiano e inglese, tra cui Il famiglio della strega. Sangue e stregoneria nell’Inghilterra moderna (Aras, 2014). Ha scritto il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019) e un saggio sulle piante sacre nel volume La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020), a cura di Federico Di Vita. Collabora alle riviste online «L’indiscreto», «Kobo» e «Nazione Indiana», di cui è redattrice, dove scrive di letteratura, ecologia, fiabe, tradizioni magiche.