CAMILLA ZIGLIA DELLA POESIA DICE
La poesia è Arte. Come le Belle, la musica, il cinema e le ultime discusse frontiere. Mi infastidisce l’uso del termine a sproposito, perché ne ho un concetto molto alto: essa incanala percezione e ragione verso una comprensione che non si adagia, ma accelera allo slancio intuitivo di espansione lungo vie personalissime e universali, conoscenza del sé unito a un tutto (se non cosmico, almeno collettivo, vivente o umano).
Ovviamente comburente e combustibile per questo innesco sono la tecnica, l’idea e il sentire del poeta in incontro con la disposizione alla decodifica e all’appropriazione del lettore.
Tutto il resto è artigianato, io qui mi colloco, e ha l’importanza della creatività e della tensione immaginifica e speculativa, della cura della parola matrice e veicolo di pensiero, della resistenza all’abbrutimento, a logiche plutocratiche impoverenti, poco in linea con quella che credo essere la natura buona dell’uomo e del suo spontaneo vivere in questo mondo.
LA SUA POESIA CI DICE
Propongo per primo il testo individuato in prefazione da Ivan Fedeli come “manifesto” della raccolta Rivelazioni d’acqua (2021, Puntoacapo Editore):
Chi legge il mondo su assi cartesiani
trascura la diagonale della vela
smarrita nel fileggio,
che sbatte e si ritorce
inarca e si distende
libera
e tutta esposta al vento.
Antonella Sica legge Camilla Ziglia: https://www.youtube.com/watch?v=aWrK8kUNo8E
Sempre da Rivelazioni d’acqua:
Dove il prato espone la groppa
ai primi raggi sale
in controluce
il respiro della terra
che si fonde
al fiato quieto del cavallo.
Paiono docili vita e morte
insieme, terribili.
A seguire un inedito:
È così preciso lo sfarinarsi
delle sabbie il ricomporsi in moto
ondoso, che non può non rivelare
ogni frammento il sistema ragionato
del suo ciclo e del suo posto, le erosioni
e gli urti necessari, l’evoluzione a sfera.
DICONO DI LEI E DELLA SUA POESIA
Ho ricevuto molte più recensioni di quanto mi aspettassi da un libricino di esordio, molto più affetto di quanto ho potuto ricambiare, perché le voci di stimati poeti e critici, loro lo sanno, mi hanno raggiunta proprio sul fondo di lutti pesanti. Mi hanno aiutata le gratificazioni, ma soprattutto la vicinanza di anime sensibili ed empatiche che sono state condotte a me proprio dall’attività di scrittura.
Essendo spesso visiva la mia ispirazione in nuce, in diversi hanno messo a fuoco il ruolo del paesaggio (Non è un luogo da contemplazione turistica quello che qui appare: è il paesaggio che ci appartiene per diritto di ascolto e di visione, Franca Grisoni, “Giornale di Brescia”; il paesaggio si fa passaggio, percorso di una conoscenza che è agnizione di uno stato anteriore, a tratti preumano: Gabriella Cinti, “La presenza di Erato”) e da lì la ricerca di senso nell’incontro degli elementi sulla superficie lacustre. Nella dialettica – ambiguamente- costante del lago, fra fondo e superficie, fra discesa-catabasi e ascesa-anabasi, si rimane sempre in attesa di una nascita (…). Che arrivi il tempo in cui paolinamente «vedremo a faccia a faccia», fondo e superficie saranno una sola cosa e conosceremo perfettamente, (Massimo Parolini, “Pelagos”: https://www.pelagosletteratura.it/2022/11/12/la-diagonale-della-vita-in-camilla-ziglia/ ). Ecco la verità conservata nell’origine dove tutto ha inizio, ecco la bellezza custodita nella verità semplice e al contempo complessa che la natura stessa trattiene nella quiete composta, ecco il mistero, (A. Rodeghiero, “L’Estroverso”: https://www.lestroverso.it/microcosmi-camilla-ziglia-rivelazioni-dacqua/). Questa prodigiosa trasfigurazione si realizza solo grazie ad una percezione sapienziale e sciamanica, catabasi e anabasi ossimoricamente compresenti, il tutto affidato a una poesia che non è solo espressione ma piuttosto strumento “fisiurgico” (G.Cinti, ibidem).
Mi sono dilungata senza riuscire forse a trasmettervi l’emozione fino al pianto di alcune di queste e altre
recensioni: doni, visioni ampliate del mio sentire o per me stessa inedite eppure accoglibili e arricchenti.
CAMILLA ZIGLIA E I POETI “INFLUENCER”
Durante i miei studi letterari ho prediletto la Poesia su tutto, sfacciatamente rispetto alla prosa, e sempre mi sono portata nel suo campo. Quando ho concesso a me stessa di scrivere in versi, ho accolto come richiamo quello che prima percepivo come un’estremizzazione un poco limitante.
In linea con le mie intenzioni, qualche lettore ha riconosciuto influenze di Montale in primis, di Pascoli, Sereni, Erba, ma molto hanno risuonato in me da ragazza i tasselli mancanti dei frammenti spezzati, le congetture filologiche discusse, il locus desperatus, il canto perduto pieno di speranza che ci tende corde immaginifiche d’ascolto. In dono a Camilla e ai lettori di larosainpiu.org, di Eugenio Montale, Ossi di seppia (Torino, Piero Gobetti Editore 1925).
Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l’animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
Perduto in mezzo a un polveroso prato.
Ah l’uomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l’ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!
Non domandarci la formula che mondi possa aprirti
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo
L’interpretazione di Vittorio Gassman: https://youtu.be/A6kZjaIxFHk
Camilla Ziglia è nata e vive a Brescia, dove si è laureata all’Università Cattolica del Sacro Cuore (Premio “A. Gemelli”); insegna Discipline letterarie, Latino e Greco in un liceo classico.
Per la diffusione della poesia ha condotto a Iseo una rassegna di presentazioni di autori contemporanei; collabora occasionalmente con una piccola casa editrice; ha fatto parte della giuria del premio Città di Chiaramonte Gulfi e di alcuni concorsi scolastici. Ha condotto un laboratorio di aggiornamento su “Poesia e conoscenza del sé” per il personale docente (UST Brescia).
Sue letture hanno accompagnato il vernissage della mostra fotografica di Roberto Damiani “Lo spessore dell’acqua” (esposto al Museo Ken Damy di Brescia e a San Lorenzo di Gussago).
Suoi inediti sono risultati finalisti ai premi “Bologna in Lettere” e “Beppe Salvia”; vincitori “I colori dell’anima”; hanno ottenuto la menzione speciale al Premio Gozzano, il premio speciale giuria “Ossi di seppia”. Anche il libro che presenta a “Periferia letteraria”, Rivelazioni d’acqua, 2021, Puntoacapo Editrice, ha ricevuto diversi riconoscimenti dalla critica e da premi letterari. Da un mese è uscita in pubblicazione nell’antologia I giorni invisibili, a c. di Monica Moka Zanon (Il Babi editore); compare in altre antologie: iPoet, lunario in versi. Tredici poeti italiani (LietoColle 2019); Transiti poetici a c. di Giuseppe Vetromile, 2022; Lo sgabello degli angeli, a c. di Tania Di Malta, 2022.
Suoi interventi critici e recensioni sono comparsi sulla rivista “Letteratura e dialetti” di Fabrizio Serra Editore, in siti e blog come “Perigeion” e “Di sesta e di settima grandezza”, di Alfredo Rienzi, di cui è redattrice.