Dalla prefazione Franca Alaimo
La poesia di Emanuela Mannino tende ad agglutinare spazio e tempo attorno alla funzione conoscitiva dell’ascolto; ed è infatti, nonostante i molti quadri naturali di grande sensibilità figurativa, tutta la sua scrittura ruota intorno alla necessità di muoversi lungo il crinale del suono, a partire da quello più segreto e profondo del silenzio. In esso la poetessa trova lo stillare delle parole assolute, simili a gocce che cadono sul foglio ad una ad una, lentissimamente, componendo perlopiù versi brevi, se non brevissimi (anche di una o due sillabe), come ubbidendo a una volontà di risanamento, di innocenza o balbettamento infantile originario, capace di lasciarsi dietro il tritume quotidiano, se è vero che le parole che comunemente intessono le relazioni umane sanno essere non solo vacue ma anche urticanti (fino a toccarsi/ferirsi/mentirsi). Tanta attenzione al suono serve a dare ritmo allo stridore, al dissonante del mondo, a ordinare il disordine del fuori, così come quello interiore che preme con i suoi nodi irrisolti […]
Quando la neve
Domani
quando la neve
avrà coperto ogni parola
resterà soltanto
uno stelo di stelle
a ricordarci
che anche il cielo
aveva dei sogni
sulla terra.
Non ho voglia di me
Non ho voglia di me,
sono sazia di buio.
Da bambina cercavo
i capelli nel pozzo
per farci un nodo una treccia
per farci la pace
luce vorace.
Adulta bimba in una mano,
i fili d’erba in fila indiana:
qualcuno si spezza
qualcuno nuota nel campo azzurro
ed io scrivo
sulla lavagna del cielo
il nome che non ho
il nome che non ero
un nome
tutto intero.
Ordinare il disordine
Ordinare il disordine del fuori-dentro
il vento in un imbuto
la neve in un precipizio di sole
fare l’orlo ai solchi dei piccoli passi
fare centro cento volte cento
perdersi dentro un fiume lento
tremare tutto l’urlo dell’anima
dissetarsi alla fonte delle inevitabili amarezze
scollinare paure e tempeste
ed infine esultare col pesco primavera
sul calar della limpida sera.
Emanuela Mannino, docente di scuola Primaria, ha pubblicato la prima silloge Sole ribelle. Versi di bellezza e di resistenza e un racconto nell’antologia Congiunti. Ha pubblicato un micro-romanzo nel collettivo Tina. Storia della Grande Estinzione. Una sua poesia, A piedi nudi, fa parte del disco Old Folk for new poets. Eppure è il suo ultimo lavoro poetico, Controluna edizioni, 2022.