Scrivo dal duemilatré, e cioè da quasi vent’anni, ma è stato perlopiù un lunghissimo apprendistato, maturato circa quattro anni fa. Sono cresciuta nella biblioteca di mio nonno paterno, a San Giovanni Incarico, questo piccolo paesino ciociaro – già prima di imparare a leggere sapevo cos’era l’attenzione, la cura, l’amore per i libri; a sette anni scrivevo piccoli racconti – la scuola era una grande fonte di ispirazione, e proprio a scuola, qualche anno dopo, ho scoperto Leopardi: è stato forse il primo amore forte della mia vita, il mio primo cardine. Parlavo di apprendistato, prima, per definire la mia esperienza di scrittura, perché con Leopardi iniziai a voler ricreare quella poesia alta, sublime; credevo fosse l’unica degna, contrapposta a un presente che vedevo banale, vuoto. Ma non era quella la strada: era necessario che costruissi me stessa, la mia voce, per lasciare veramente un segno. Essere se stessi è il primo passo verso l’immortalità. E non parlo di gloria, ma di traccia costruttiva nella storia dell’umanità, che sia globale o locale, non ha importanza. Lavoro per immagini, e per amore soprattutto. L’unica forma di conoscenza è l’amore: ogni disciplina, ogni forma vivente viene da lì. Personalmente, credo di non riuscire a scrivere se non d’amore: non riesco a immaginare una poesia che contempli altro, che contempli l’opposto; perché l’atto stesso di scrivere è amoroso, in tutti i sensi: è amore per le cose, è fare l’amore con la nostra corrispondenza assente, è amare un ipotetico lettore. Montale, Rebora, Luzi, Benedetti, la poesia femminile italiana (Pozzi, Rosselli), le voci confessional, attualmente, hanno una profonda influenza sulla mia scrittura. Tutte “sostenute”, collegate da una sotterranea tensione amorosa, sensuale, dalla quale ogni tema si sviluppa, ogni intimità, ogni connessione – di gioia, di dolore. Per questa, e per altre innumerevoli e sconosciute motivazioni, la poesia è l’unica verità che conosco. L’unica immagine vera che riesco a trovare, dentro di me, e a consegnare agli altri, senza nascondimenti. Penso poeticamente, agisco poeticamente, anche quando materialmente non scrivo. È un atto vitale, necessario, continuo.
Tratto dall’autopresentazione all’interno dell’antologia “Le strade della poesia. Sei itinerari di giovani poeti del Lazio Meridionale” (Macabor, 2023).
La voce del corvo
Ogni tanto la voce del corvo
si sente nella campagna.
È un linguaggio incomprensibile che gli altri
membri della famiglia scacciano,
o ignorano. Soltanto io
mi vòlto, come tastata
sul seno da un uomo un’ombra
del passato che mi spia
ai lati dello specchio.
Ogni tanto scende così chiara
così ampia si disperde schiera
che annuncia la memoria
sottile dei nomi il fondo antico
degli occhi.
*
Il vischio
o dell’obbedienza
Santa Lucia
nu passo ‘e gallina,
Natale
nu passo ‘e cane,
Sant’Antonio
nu passo ‘e bove
gli spiegò al telefono la moglie giovane:
lui, il Maestro, le aveva insegnato a tempo
debito
ad usare le mani, il dialetto,
la seduzione; e la chiamò sempre
il lunedì e il martedì alle due
e quarantasei, come un’amante eterna,
l’innesto delle rose, un sonno
giapponese.
*
A quindici anni
o la cosa di mare
A Napoli l’estate
mi svegliavano le voci
all’alba
dai terrazzi: erano uomini
piccoli neri pelosi
simili a te un po’ gitani
di una bellezza come quella
delle olive
se guardate attentamente.
Volevo rifugiarmi
nel loro corpo:
non come una donna
incontrata
abbascio ‘o puorto ma una cosa
con cui avere meno
paura.
Alessia Lombardi (Pontecorvo, 1996). Semifinalista nel 2016 al concorso «CET – Scuola per Autori di Mogol». Finalista, nel 2020, alla prima edizione del concorso nazionale di poesia «Villa delle Ginestre» e alla XIX edizione del «Premio Fabrizio De André», sezione Poesia.
Nel 2022 ha vinto la prima edizione del concorso letterario nazionale «Nel Silenzio» (Comune di Pico) con “La smarginatura”, opera inedita.
Ha pubblicato “L’affetto instabile” (Placebook Publishing, 2021) con la scrittrice, regista, fotografa e performer Irene Carlevale (Premio Internazionale Michelangelo Buonarroti VI Edizione 2021, Menzione d’Onore), “Le chiavi” (Edizioni solidali Forma Mentis, 2022) e “L’attrito” (Placebook Publishing, 2023) con il poeta e storico veneto Davide De Cia. Per la plaquette inedita “Piccolo diario di giorni imprecisati” ha ricevuto la Menzione d’Onore all’VIII Edizione del premio «Le Stanze del Tempo» a cura della Fondazione Claudi di Macerata.
Suoi testi sono apparsi su riviste – cartacee e digitali – specializzate (“Il Sarto di Ulm”, “Poetarum Silva”, “Il Visionario”, “SpineProduzione”, “Almapoesia”, “L’Altrove: appunti di poesia”, “MediumPoesia”, “PioggiaObliqua”, “Transiti Poetici”) e all’interno di antologie (“Donne D’Amore. Antologia poetica al femminile”, Placebook Publishing 2022; “Poetare Quaderno 2022”, La Scuola di Editoria; “Poetare Agenda 2022”, La Scuola di Editoria; “Poets and Poems 2021”, Nuova Accademia dei Bronzi di Catanzaro; “Premio Clepsamia 2020”; “Saper leggere il libro del mondo, vol. 12”, Antologia del Premio Fabrizio De André).