dalla prefazione di Dario Talarico
“Con questa sua nuova opera, Gabriella Grasso ci consegna il dono delicato di un diario in versi, pensato e vissuto anzitutto come processo e percorso, come il cammino di una metabolizzazione lenta e rigorosamente interiore. L’itinerario di queste pagine è perciò un viaggio statico, senza moto a o da luogo, eppure capace di inciampi, di vortici e frenesie, e talmente personale, talmente lontano dalla superficie, da divenire di chiunque, da farsi radice comune. Infatti, nonostante la matrice di questi scritti sia di natura strettamente privata, non si hanno mai specificazioni restrittive, ma solo accenni senza nome e senza dove, per fare universale il particolare, per creare da uno spunto personale il pretesto di un discorso maggiore” …
Capomulini notte
A punte di spilli luminose
occhi di geco nel buio
sul mare cupo
del mio golfo
appunto segni di vento
nell’ansa della notte
greca normanna araba
obsoleta
inquieta
barocca sempre
certo
e come potrebbe
essere altrimenti
fiacca di odori
lenta nel presente
notte d’anima
nera
opalescente
indifferente
ai versi dei poeti
sovrabbondante e scabra
nuda di tutto
piena del mio niente
*
Il Generale Inverno
Il freddo ci colse
impazienti
di lasciarcelo presto alle spalle
Poca voglia di accendere fuochi
o di allestire ponti
barricate
per difendere il niente
che eravamo riusciti a tenere
tra le dita, della sabbia d’estate
L’inverno non volle insinuarsi
tra le rose rotonde
che splendevano di pace perfetta
nel silenzio degli orti
abbruttiti
dal gelo imminente
Lui ci invase di colpo
di giorno
non ci chiese un parere
o il perdono
Ci costrinse, lui, a guardarlo in faccia
non mostrava sembianze di uomo
ma affrontandolo
come in uno specchio
noi trovammo un’immagine nuova
di noi
stupefatta straniata
interdetta
benedetta dalla scoperta
della nostra vulnerabilità
*
Nello stream
Nello stream tutto scorre e ci lascia
dopo averci lambito
ci lascia
senza tremiti o graffi
non scalda
e non scava
interpella senza alzare la testa
non ha orecchi di carne né ciglia
che esprimano misericordia
qui nessuno mi chiede
che cosa mi manca
nello stream
tutti danno riempiono sanno
cosa offrire ad un cuore
che naviga a vista
conoscendo soltanto
il vuoto codice ed il moto apparente
del suo guscio di scafo
E a me manca una ciurma di strada
che diventi compagna di mare
che divida le albe e i tramonti
il pane il vino i risvegli ed il sonno
il racconto dei sogni
le sortite sbagliate
i silenzi le false partenze
e poi forse
il ritorno alla terra
proprio sul tramontare
del possibile ultimo
raggio d’estate
Gabriella Grasso, nata a Catania nel 1971, vive ad Acireale, dove insegna lettere nella scuola secondaria. Si è occupata di linguistica e di LIS, Lingua dei Segni Italiana, su cui ha pubblicato alcuni contributi (Zanichelli, 1998, Edizioni Del Cerro, 1999). Scrive per diversi spazi letterari (i lit-blog Bibliovorax, Letteratitudine, le riviste Lunarionuovo e Monolith).
La sua opera prima, Quale confine, pubblicata per le Edizioni Kolibris, 2019, ha ricevuto un attestato di merito al Premio Lorenzo Montano 2020 e il premio della critica all’Etnabook 2020. Un suo inedito ha vinto il primo premio al Sonetto d’argento-Premio Jacopo da Lentini 2020. Alcune poesie sono state tradotte in inglese, spagnolo, e incluse in antologie.
https://www.ibs.it/generale-inverno-libro-gabriella-grasso/e/9788832744989