enzo cannizzo

dalla prefazione di Maria Attanasio:

… << Dalla simbolica città di pioggia e di lampioni del suo presente, Enzo Cannizzo ripiega – con la consapevolezza intellettuale della notte orfana di ogni nascita – sulla simmetria rinascimentale della città capriccio di principe del suo già stato: una rivisitazione senza nostalgia, in essa individuando lo sguardo paralizzante di una medusa, già in agguato, all’ombra / cava del carrubo; ma sotto assedio del nulla, nell’universale scenario della mortalità, anche la certezza rassicurante del quotidiano, di cui la bestia cui fuggi / e scorgi di scena è intensa metafora. >>

ottobre ci prende per mano
tra i bagliori dei parabrezza
e lo schianto dolcissimo
di un altro mattino

piove in piazza roma una ragazza
si stringe al dizionario

*

il tuo volto è nell’alba filo d’aria
s’affila nel risveglio si rischiara
a sera un canto tra le ciglia di cicala

*

nel buio lo sguardo si ostina sulle cose
la carta rompe il nome del tavolo
il fiume scorre sotto i passi il mare
crolla si frantuma

la città è di pietra bianca la città
è di pietra nera

dalla postfazione di Giovanni Miraglia:

… << L’illuminazione diffusa da questa scrittura rischiara, innanzitutto, una Sicilia dalle radici profondissime (non a caso una sezione della raccolta è intitolata “controra”; la quale poi altro non è che l’ora dei demoni meridiani. Che qui, in Magna Grecia, hanno a lungo soggiornato, illo tempore). Ma è una Sicilia, quella di queste rime, che quelle radici ha intrecciato con la grande cultura europea dei moderni (così come riluce dalla figura di uno dei maggiori di Cannizzo, quella del palermitano Angelo Maria Ripellino, eccelso slavista novecentesco, nonché poeta “riluttante”). Ed è un’isola, dunque, rischiarata da immagini che sono, nel contempo, inaudite sembianze, “cesellature” barocche e inesorabili dimostrazioni; si legga, ad esempio, di quella città capriccio di principe / guizzo di sifilide / erranza … Dell’isola, inoltre, è semplicemente ammaliante il dono che la ri-scrittura della sua natura a volte ci offre: il soffio è frana sopita / allinea la materia / un alfabeto di crepe // seme crepitio arsura / geme ad ogni soglia lo scirocco >> …


Enzo Cannizzo è nato a Catania, dove vive e lavora. Già libraio, da alcuni anni è impegnato nella gestione del wine bar Città Vecchia, all’interno del quale organizza reading di poesia e rassegne culturali. Sue poesie sono apparse in un quaderno collettivo edito da Neon.
Il cielo pende dai lampioni, Algra Editore, 2020, è il suo ultimo lavoro poetico. Alcune liriche presenti in questa raccolta sono state volte in castigliano da Miguel Ángel Cuevas, poeta e italianista dell’Università di Siviglia.