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Dalla prefazione di Gabriele Borgna

È sorprendente come le parole a volte leghino quel che è stato al momento presente, a quel che saremo, come ci stiano accanto in attesa di essere scritte da occhi differenti in grado di scomporre e ricomporre quel dialogo incessante e muto tra l’individuo e le cose. Ecco, è questo il mestiere di Manuel Lantignotti, essere differente: la sua lingua fatta di strappi e carezze ci restituisce la complessità di questo mondo / di chi vi abita andando dritta al punto e oltre, gettando le fondamenta per nuovi ponti di senso, discostandosi in maniera netta e consapevole dalle tendenze poetiche del panorama italiano di questi tempi [ … ]

Cosa darei per rivivere
questa infanzia insieme a te,
ripetere le battute a memoria,
passo passo imparare
e scoprire il tuo nome, dirmi

ancora una volta sono a casa.

*

Da questa scatola di latta
è cresciuto un pioppo secolare.

Dai gesti immeritati
le foglie, radici salde
dal testo di una ninna
nanna popolare; biglietti
d’auguri, frammenti
di frammenti di frammenti.

La terra conosce sempre
come accudire un seme,

sarò di nuovo figlio.

*

Perderti
come si perde un giorno
o l’altro, testimone
di un’opportunità
sprecata, troppo stanco
perché passi il vento
a tergere il cielo.


Manuel Lantignotti è nato a Milano nel 1994 e vive a Bollate. Appassionato di teatro fa parte di una compagnia di Garbagnate Milanese. Vista parco è la sua prima raccolta poetica.