Per me la poesia nasce dall’osservazione di piccole (e talvolta meno piccole) cose quotidiane, delle quali, a ogni modo, non è mai descrizione. La poesia è epifanica: anche quando ha un tono narrativo, tende a squarciare il velo che offusca le cose. Perciò, per scrivere poesia, occorre durare pazienza e mettersi in quella condizione in cui le rivelazioni (come lampi) si offrono a noi.
Resilienza
Cadendo
Ha imparato a rimbalzare
E rimbalzando
A prendere lo slancio
Per cadere da altezze sempre maggiori
Vengano gli amanti degli sport estremi
A vedere cosa sa fare un corpo resiliente
Cosa può fare il mercato libero da funi e cavezze
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Osso
A questi uomini non è rimasto un osso
Non è questo il concetto di resilienza?
Si può lavorare da casa in posizione yoga
Non è un bel work-life balance?
Evitare così la scoliosi e altre malattie professionali
In particolare di morire sul lavoro
Ora che lì si vedono scheletri
Che chiedono la pelle
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Aggiornamento professionale
Per l’aggiornamento professionale
Devono ingoiare una pila di CD-ROM
All’ora della ripresa post-prandiale
Laddove prima russavano
Ora li senti ronzare
Finito di caricare il sapere specialistico
Cercano un life coach
Che sappia far volare il motore sui mercati
Antonio Semproni nasce nell’agosto 1988 a Tivoli, in provincia di Roma. Tra Tivoli e Roma pendola e vive: da buon ultratrentenne, sta con un piede in casa propria e con un altro in quella dei genitori. Ha una formazione giuridica (nel tempo prigioniero fa l’avvocato) e il bernoccolo per l’economia e la letteratura. Ha pubblicato una raccolta di poesie in rima (Rime in prima copia, Controluna edizioni, 2020). Un suo racconto breve è comparso sul blog Gorilla Sapiens Finzioni.