La parola poetica è una condizione necessaria che prelude la relazione con gli altri e cerca il confronto, anche se l’inquietudine porta ad essere in continua conflittualità interiore e a tendere verso un qualcosa di estremamente riservato e inspiegabile. Credo sia l’impasto di mano, cuore e mente che portano ad una riflessione che è sempre abitata dalla vita stessa, dal quotidiano e anche da tutto ciò che può sembrare in apparenza banale.
Questo è essenziale perché quando la poesia smette di dialogare e di cercare l’altro, si appiattisce sulla realtà, diventa sterile virtuosismo. Una poesia che evade il mondo, evitando di compromettersi con la vita e le sue contraddizioni, rischia di perdere la presa sull’uomo, sulle domande più urgenti e le ferite che più sanguinano.
La forza poetica è quel misterioso equilibrio tra due fuochi in cui la parola è capace di irrompere la notte e di accenderla. Il poeta tende l’orecchio in un ascolto profondo con sé e con il suo tempo, non si ferma in superficie, ma va a fondo, come dice bene David Lynch parlando dell’inconscio: “i pesci grandi si pescano solo andando nel profondo del mare” o come dice Ungaretti ne Il porto sepolto : Vi arriva il poeta/e poi torna alla luce con i suoi canti/e li disperde.
Nulla si fa, tutto si immagina. La poesia, più di ogni altra cosa non ha bisogno di essere inquadrata in un contesto storico, perché essa stessa è atemporale, è figlia dell’animo multiforme e volubile dell’essere umano che si è mantenuto così nei millenni, per questo quando leggiamo Omero, Saffo, Sant’Agostino o il Libro dei Morti degli antichi Egizi ci fanno emozionare, fino a dire che sono così attuali. Credo che il tempo sia un’invenzione comoda per chi non ha fantasia e immaginazione.La poesia non va capita, non ha una logica, è un luogo libero, sospeso, non ha recinti è piuttosto un’eu-topia, un non luogo. È essa stessa a ripudiare la regola e la forma ben strutturata, perché obbedisce all’indefinito. È una visione che va dall’ignoto al conosciuto, dal buio alla luce è per me andare oltre è seguire l’immaginazione.
Credo sia una sfida e che la poesia spalanchi mille domande, senza alcuna risposta. Ci fa vivere nel “forse” costante, consapevoli di essere qui, in cerca di un oltre. La parola poetica ci fa andare lontano, ci affina la curiosità e la tensione, a differenza delle risposte così definite che atrofizzano la mente e l’immaginazione. La poesia diviene così la via, la strada che rappresenta quell’altrove dove noi impariamo a vivere
I
Siamo esuli da prima del mondo
nessuna dimora ci lega.
Anche il legno era un ramo prima
e rimpiange la scorza.
Ma come tenere il silenzio, se i falchi
volano insieme alle allodole?
__________________da L’erranza, 10 variazioni sul tema
*
II
Ogni cosa, ovunque volgerai lo sguardo,
ti sembrerà non avere forma
e i tuoi compagni di viaggio saranno
unicamente la fiamma, la strada, il segno.
Soltanto ascolta, chiudi la bocca
e anche se hai cento pieghe di feltro addosso,
guarda come si manifesta l’universo.
Il tuo lampo sarà pura luce.
______________da L’erranza, 10 variazioni sul tema
*
Tutto ebbe inizio con la spoliazione
____________________della pelle
scrostata dal sacro assioma,
sottile scollarsi di un’altra me.
Amai quella velina occupata a venir fuori
dal cratere, senza principio,
immune dai miracoli e dai dogmi.
Il petto degli altri è un lupo.
Anita Piscazzi, poeta, pianista e ricercatrice. Si occupa di studi etnomusicologici e didattico-musicali. Ha pubblicato: Amal (Palomar, 2007), Maremàje (Campanotto, 2012), Alba che non so (CartaCanta, 2018), Ferma l’Ali, cd poetico-musicale (desuonatori, 2020) e il romanzo Canto a silenzio. Anna Magdalena Bach (Florestano, 2022).
Tradotta in diverse lingue, è in “Ossigeno Nascente” (Atlante dei poeti contemporanei italiani-Università di Bologna-), in Almanacco dei poeti e della poesia contemporanea (Raffaelli, 2018), in “PoetrySoundLibrary” di Londra, in “Voices of Italian Poets” dell’Università di Torino e in RaiPoesia.
È stata pubblicata in antologie e in riviste italiane ed internazionali. È Premio Isabella Morra 2017, Premio InediTo 2017 e terza classificata al Premio Lorenzo Da Ponte 2021.
Ha collaborato ai progetti poetico-musicali: “Alda e il soldato rock” con Eugenio Finardi; “Ferma l’Ali” con Michel Godard e al progetto teatrale: “Miss Kilimangiaro” in Kenya per “Avis for Children” con Lidia Pentassuglia.
Collabora con diverse riviste poetico-letterarie e cura la rubrica di musica e poesia di “SimposioItaliano”, Revue culturelle française bilingue.