Limpida
è l’estate.
La salvezza
dei cuori
è nel sussurro
di questo cielo.
*
Dietro una persiana
sfebbrata,
un’ombra scomposta
e tratteggiata.
Pare che s’agiti,
poi una pausa.
Ora pianissimo.
Il vento caldo,
folate che abbracciano.
Come in quelle
domeniche provenzali
lontane nel tempo,
ma non nella memoria.
Rassettando un bottone,
limando un testo
(che doveva
esser pronto ieri),
contemplando
la tenerezza
del tuo profilo
nella stanza
in penombra,
tutta odorosa di vento.
*
Abisso di specchi.
E m’intravedo.
Come oggi
fuori era l’estate.
Il tempo
mi dedica
il suo tempo
ma nessuno
può restare.
*
Lavacro di mestizia
Sovente
per te
si tocca
il sordo
nero
fondo
del nulla.
E
tu
più
in giù
rimani.
Si
riemerge
puliti
come
bambini
profumati
di bianco
in una
nuova
necessaria
infanzia
*
Qui
termina
il nostro
cammino
di attese
inespresse
e di parole
tagliate
legate
mute.
Lacci
soffocano
stretti
i cuori.
Cartevetrate
stridono.
Tutto
assurdo
e
vita
niente.
*
Oltrepassare
il margine della notte:
diafana attesa,
imene primordiale.
Gabriele Greco nasce nel 1978 a Fucecchio (Firenze). Dopo il diploma di maturità classica al Liceo Ginnasio Statale Virgilio di Empoli, frequenta la Facoltà di Lettere dell’Università degli Studi di Firenze, laureandosi in Teoria e Critica della Letteratura con una tesi sul poeta e pittore francese Henri Michaux. Dal 2015 vive in Svezia, a Örnsköldsvik, dove insegna italiano, francese, spagnolo e arti visive in un liceo.