l'erranza

Dalla prefazione di Andrea Di Consoli:

L’erranza di Anita Piscazzi costringe al raccoglimento e a una sorta di superamento delle rassicurazioni del realismo narrativo. È una poesia che si spinge o che ritorna nella sua parte più immateriale, impalpabile, metafisica, misterica. L’io che qui si manifesta, “seppure esule”, è certamente unitario – e quindi il principio di realtà è in qualche misura riconoscibile –, ma il canto delicato di queste poesie spinge il sentire, i sentimenti e le percezioni in luoghi indefinibili e affascinanti, perché “l’occhio mio non vede che l’eterno”. Il cammino di questa poetessa avviene ai confini più estremi del silenzio (“nel silenzio esondo, resto, affondo”), del superamento delle concezioni più consuete dello Spazio e del Tempo, della visione di universi lontani e di abissi interiori – laddove, cioè, s’ode “l’eco della non esistenza”. È un misticismo sorvegliato, sobrio, umile, e tuttavia sapiente, di fattura raffinata … Pur precisa nella tessitura dei versi, poesia dopo poesia si accetta una strana ipnosi icastica e musicale, e quasi con voluttuoso abbandono si cede all’esortazione di continuare a cercare “l’immagine che non ha forma”, ma sempre dentro a un canto fraterno […]

Così venne una voce,
quasi a ricordare un canto

che puro spalanca l’attesa,
le albe presagi di durata, sfumano.

Resto fedele con gesti minori.

*

Io non ero ancora nel tuo nome,
un passero viene a trovarmi.

Ogni mattina dai rami mi guarda.

Quell’attimo è antico, quel passero
mi fissa nel cuore.

L’occhio mio non vede che l’eterno.

*

Il più alto canto dell’usignolo,
estasi in mezzo a cento estasi

risuonerà, darà vita alle particelle
della non esistenza.

L’imperatrice ha dodici stelle
siede su Venere,

il terzo arcano maggiore
racconterà di quando

chi cercava la luce trovò
la freschezza e il movimento dell’albero.


Anita Piscazzi, poeta, pianista e ricercatrice. Si occupa di studi etnomusicologici e didattico-musicali. Ha pubblicato: Amal (Palomar, 2007), Maremàje (Campanotto, 2012), Alba che non so (CartaCanta, 2018), Ferma l’Ali, cd poetico-musicale (desuona tori, 2020) e il romanzo Canto a silenzio. Anna Magdalena Bach (Florestano, 2022).
Ha curato Sotto traccia, antologia poetica di autori vari (Latitudine 41, 2022). Tradotta in diverse lingue, è in “Ossigeno Nascente” (Atlante dei poeti contemporanei italiani – Università di Bologna), in Almanacco dei poeti e della poesia contemporanea (Raffaelli, 2018), in “PoetrySoundLibrary” di Londra, in “Voices of ItalianPoets” dell’Università di Torino e in RaiPoesia. È stata pubblicata in antologie e in riviste italiane ed internazionali. Ha collaborato ai progetti poetico-musicali: “Alda e il soldato rock” con Eugenio Finardi; “Ferma l’Ali” con Michel Godard e al progetto teatrale: “Miss Kilimangiaro” in Kenya per “Avis for Children”. Collabora con diverse riviste culturali.

L’erranza