a sciame

Dalla prefazione di Giuseppe Martella:

A sciame di Maria Grazia Insinga è una ricapitolazione dei motivi e delle figure che hanno attraversato tutta la sua opera: basti pensare che si conclude con la misteriosa immagine della tigre fulva che apriva la prima raccolta della poetessa: Persica. Ciò evidenzia la continuità della sua produzione che costituisce un’unica, inconclusa, sequenza cifrata come quelle con cui si suole numerare le opere dei musicisti; quasi a ribadire la peculiare poetica di Insinga, caratterizzata da un continuo impossibile dialogo tra il linguaggio verbale e quello musicale che la poetessa non tenta mai di fondere in un unico codice. L’espressione versuale scaturisce dalla cesura tra i due idiomi incommensurabili, ma complementari: una faglia che in lei si fa ferita che non rimargina e orizzonte di senso che varia e trasloca di volta in volta (Um/Riss). Insinga è, infatti, in primo luogo musicista e musicologa, formatasi nella tradizione post seriale del Novecento, e imbevuta della stessa profonda cultura che riscontriamo in scrittori come Lucio Piccolo e Tomasi di Lampedusa a lei geograficamente vicini. In particolare, Insinga è vicina alla sirena del racconto tomasiano, Lighea, con la quale è facile identificarla, sicché risulta l’ipostasi fondante dell’intera produzione. Tale cultura riguarda in primo luogo la Sicilia e il litorale orlandino il cui orizzonte, appunto, dilegua nel fenomeno della iancura dove in certi giorni il mare e il cielo si uniscono in un colore neutro che funge da pervasivo indizio di un fiat creaturale in cui si trovano ancora indivisi … Insinga insiste in tutta la produzione sulla espressività del suono a partire dalla cellula elementare da lei chiamata “corpo-fonema” in quanto contiene tutta la gamma degli armonici naturali che le conferiscono quello spessore e quella dinamicità che la apparentano alla musica, ma che si fa linguaggio. La poetessa scrive nella lingua italiana corrente e, pertanto, non può evitare le implicazioni sintattiche, semantiche e figurative che la caratterizzano. Si trova, così, calata in quella cesura fra due codici eterogenei che costituisce la crepa madre della sua poesia e che la poetessa sottolinea come suo tratto distintivo, nel ricorrente dialogo fra “lei” e “l’altra”: due ipostasi complementari dell’io poetico o due misteriose entità profondamente terrene e liriche che esigono ascolto? […]

dice che l’ordine nascosto sembra
ancora disordine o che era il disordine
un più nascosto ordine e pareva dicesse
due cose diverse e ne ridevano così forte
così notte che ho fatto un tratto di mare
d’un fiato che ho fatto? e l’ho fatto male

*

questa se la pungi sanguinerà
continueremo a non provare
nulla sollievo e dolore e così
pungeremo ancora ogni parte
ma niente non sentiremo niente:
e questo è il dolore
*

questa non ricorda di essere al mondo
e scordato è tutto il resto e del resto
è solo chi scorda sé stesso è ed è
un vuotiverso intero e non ha controllo
e se n’è fatta una ragione o due?
e trascrive musica e parole
da altra musica dall’altro mondo


Maria Grazia Insinga (Milazzo, 1970), dopo la laurea in Lettere moderne, il Conservatorio e l’Accademia musicale si dedica all’attività concertistica. Docente di Pianoforte presso l’Istituto “Giovanni Paolo II” di Capo d’Orlando, idea laboratori di poesia: nel 2014, “La Balena di ghiaccio” il premio di poesia per i giovani in memoria del poeta Basilio Reale, con l’Assessorato dei Beni Culturali e il LOC, Laboratorio Orlando Contemporaneo; nel 2019, il “Premio Lighea” con l’Assessorato dei Beni Culturali e la Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella. Dal 2016 al 2019 è membro del consiglio editoriale di “Opera prima”, iniziativa diretta da Flavio Ermini. Fa parte del Comitato di Lettura di Anterem Edizioni e della giuria del Premio di Poesia e Prosa “Lorenzo Montano”. Sue poesie sono state tradotte in romeno, francese, inglese, spagnolo e russo. Tra le sue pubblicazioni Persica (Anterem 2015); Ophrys (Anterem 2017); Etcetera (Fiorina 2017); La fanciulla tartaruga (Fiorina 2018); Tirrenide (Anterem 2020).