LAURA ACCERBONI DELLA POESIA DICE

La fotografa Diane Arbus  ha scritto: “Se qualcosa non è a posto di fronte a me, io non la metto a posto. Mi metto a posto io”. Ecco, la poesia da sempre mi porta a mettere in discussione le posizioni acquisite, ogni certezza. E per restare in ambito fotografico, c’è un lavoro di Sally Mann intitolato What remains: parla della morte, del venir meno dei corpi ma, in tanto nero, emerge netta una trasformazione, vitale. Il titolo riprende infatti i versi di Ezra Pound “Quello che veramente ami rimane,/ il resto è scorie/ quello che veramente ami non ti verrà strappato”. La poesia per me segue lo stesso percorso.

LA SUA POESIA CI DICE

Aveva delle
strade e
tre piazze
in tasca
per questo
il bambino
stava fermo
potevano
scivolargli
in qualsiasi
momento
e la polizia
era proprio lì
a due passi.
(per il film “Lockdown 2020- L’Italia invisibile” di Omar Rashid)

*
L’acqua
sta sotto
al letto
se non dormi
arriva
alle lenzuola
e annega
ogni cosa
fino al tetto.
(Acqua acqua fuoco, Einaudi 2020)

*
Aujourd’Hui Pipilotti rist

Sono cosí brava
a fare la spesa
cado
nel carrello
insieme
alla frutta
alla pasta
metto
il corpo
girando
tra le confezioni
i miei occhi
in ordine
come avanzi.
(Acqua acqua fuoco, Einaudi 2020)

DICONO DI LEI E DELLA SUA POESIA

Laura Accerboni frequenta galassie di esseri mutanti (“Al posto | della pelle | indossano | animali | vivi | dopo il caffè | si danno | la caccia | da soli”), propone distopie, sguardi sghembi su realtà minime cariche di ferocia, storie nutrite di ironia e sarcasmo, amarezza, ma che mantengono una lingua leggera pur se raccontano i migranti morti nelle acque del Mediterraneo (“Le correnti | portano via | anche gli ultimi | quelli che si sono | attardati | sul fondo | pensando che tanto | da qui non si esce”) o il crollo del ponte Morandi (l’autrice è genovese), assumendo così una voce politica, calata nell’attualità.
Alessandra Pacelli, «Il Mattino»

Laura Accerboni, poetessa nata nel 1985, sembra scrivere sotto l’ingiunzione di non dimenticare il male, l’orrore della natura e della storia. Sembra credere che solo a questo patto la poesia possa essere autentica, anzi che solo a questo patto la poesia possa ancora darsi. Se c’è il male (e forse alle spalle si scorge Theodor Adorno e il suo monito sull’impossibilità della poesia dopo Auschwitz), la poesia non può più cantare. Essa può darsi, forse, ma fissando quella voragine, dicendo e mettendo in scena ossessivamente ciò che si vorrebbe dimenticare.
Daniele Piccini, «la Lettura – Corriere della Sera»

Vi sono momenti di potente sarcasmo: “Si raccolgono | per i campi | insieme | ai pomodori | hanno abitudini | particolari: | muoiono | tra le piante |e rinascono | già grandi | con lo stesso | nome.” (p. 65). L’immagine è circolare, allude alla ciclicità della morte, che non riesce mai a cancellare il “sovrabbondare” della vita. La realtà emerge, tra questi versi brevi. Si parla di infiniti drammi, tra cui la tragedia del Ponte Morandi. Poesia politica? Ogni atto, anche un urlo, ha un “valore politico”. Il lettore resta alla fine con il presentimento della “negatività del nulla”. L’interesse che il testo suscita dipende, appunto, da come si considerava prima il “nulla”, se non sia un dato su cui cominciare il processo creativo. La crudeltà è “scoperta”? Nel libro il nulla è una conquista.
Domenico Iannaco, «Il Foglio»

LAURA ACCERBONI E I POETI “INFLUENCERS”

Leggo poesia e scrivo da quando sono piccola. Moltissime sono le voci a cui devo la mia.

I primi nomi che mi vengono in mente: García Lorca, Giovanni Giudici, Giorgio Caproni, Emily Dickinson, Cecília Meireles, Anna Akhmatova, Zbigniew Herbert, Philip Schultz, Brian Patten, Ingrid De Kok, Elizabeth Bishop, Anne Carson…  

In dono a Laura e ai lettori di Larosainpiu, di Anne Carson, La bellezza del marito. Un saggio creativo in 29 tango, trad. it. di Patrizio Ceccagnoli

XXIV. E inginocchiata sul bordo del trasparente mare mi forgerò un nuovo cuore di sale e di fango

Una moglie è nella morsa dell’essere.
Facile dire Perché non rinunciarci?
Ma supponiamo che tuo marito e una certa donna tenebrosa
amino incontrarsi in un bar nel primo pomeriggio.
L’amore non è condizionato.
Vivere è molto condizionato.
La moglie si posiziona in una chiusa veranda dall’altra parte della strada.
Guarda la donna tenebrosa
allungarsi per toccargli la tempia come se vi facesse filtrare qualcosa.
Guarda lui
piegarsi leggermente verso la donna e poi indietro. Sono entrambi seri.
La loro serietà la tortura.
Persone che possono essere serie insieme, va nel profondo.
Sul tavolo tra loro una bottiglia d’acqua minerale
e due bicchieri.
Non servono sostanze inebrianti!
Quando sviluppò
questo gusto puritano?
Una gelida nave

da qualche parte dentro la moglie esce dal porto
e scivola verso l’orizzonte piatto e grigio,

non un uccello né un alito in vista.

Laura Accerboni, nata a Genova nel 1985, vive a Ginevra. Sue poesie sono state pubblicate su diverse riviste italiane e straniere tra cui «Nuova corrente», «Poesia», «Steve», «Capoverso», «Italian Poetry Rewiew», «Gradiva», «Loch Raven Review», «Kluger Hans». Ha pubblicato le raccolte poetiche Attorno a ciò che non è stato (Edizioni del Leone, 2010), La parte dell’annegato (Nottetempo, 2016), Acqua acqua fuoco (Einaudi, 2020). Ha conseguito diversi premi letterari tra cui: Lerici Pea giovani (1996), Premio internazionale di poesia Piero Alinari (2011), Premio Achille Marazza Opera Prima (2012). Le sue poesie sono state tradotte in più di quindici lingue ed è stata ospite di numerosi festival internazionali tra cui: Poetry International Rotterdam (Olanda), Felix Poetry Festival (Belgio), Struga Poetry Evenings (Macedonia), Poetas D(in)versos (Coruña), Babel Festival di letteratura e traduzione (Svizzera), Chiasso Letteraria (Svizzera), Internationales Literatur festival Leukerbad (Svizzera), Poestate (Svizzera), Poetry on the Road (Germania), 10Tal / The Stockholm Poetry Festival (Svezia). Nel 2017 ha presentato il suo lavoro presso le Università di Cork e di Dublino. Dal 2016 è tra i poeti selezionati nell’ambito del progetto Versopolis promosso dall’Unione Europea.