*

Indagare il fine di ogni cosa, questo poco
transito ad esempio; senza null’altro poter fare
che ritrovarsi a percorrere corridoi

che danno su porte, su altri corridoi, su altre porte
e così, di seguito: poiché forse, alla fine della fine
non c’è che oltranza

*

E non è detto la cecità non sia
ritorno di macchia nera per lo sciocco indugio d’occhi
avidi di sole. Ecco, null’altro, solo questo: il segreto

solo il segreto ci è dato, labile approdo dell’inconcluso
offerto ai contemplanti, essendo che, da sempre
e per sempre che, fino ai portali degli omega

di ognuno, si è domanda.

*

È freddo, molto freddo stanotte.
Lame algide mi corrono le ossa; mio ritratto capo
di testuggine mentre alzo il bavero.

E vado, quasi misera fiammella di candela
con quello spillo nel cervello di sapere
la cera non eterna. L’altro in me, l’impostore

che sovente mi abita fino quasi allo sfratto
ci metterebbe poco o nulla a dirmi: lascia
stare, molla tutto.

*

Non le mappe quasi indecifrabili
della costellazione dei neuroni; non il fatto d’aver
dubitato fosse tua la mano a muovere il pedone

sulla scacchiera; non perché quel giorno la casa
era vuota; né perché ogni secondo
sembrava scandito dal metronomo di gocce

di un rubinetto mal chiuso; e neanche perché
i petali di rosa che ti sfioravano le guance
mutarono così, da una luna all’altra, in foglie

d’ortica. Nulla di tutto ciò potrà mai
definirti, svelare chi tu sia, né impedire al mattino
la tua sporgenza di labbra sulla fronte dell’ombra.

*

Cos’altro potrebbe mai fare l’io
– ovunque fosse, qualunque cosa dovesse accadere –
se non farsi padre e madre di sé, riconoscersi

figlio da accudire? Cos’altro per non sentirsi
impastare la bocca dalle ceneri del tempo?
L’uomo è più della sua pena.

*

Carlo Giacobbi, Abitare il transito, prefazione di Fabrizio Bregoli, postfazione di Alessio Alessandrini, Arcipelago itaca, 2021

Carlo Giacobbi è nato nel 1974 a Rieti, dove risiede e lavora. Ha pubblicato i libri di poesia Confidenze (Il Convivio, 2016), Essere qui (Il Convivio, 2017), Veramente quest’uomo (Arcipelago itaca, 2018), Oltre il visibile (Arcipelago itaca, 2019), Abitare il transito (Arcipelago itaca, 2021), Vicende e chiarimenti (Puntoacapo, 2022) e Anche quando è malora (Arcipelago itaca, 2023). Ha ottenuto riconoscimenti in numerosi concorsi letterari; è stato finalista al Premio Montano 2021. Sue poesie sono apparse in antologie e blog letterari. Fa parte della redazione di Arcipelago itaca editore e di Versante Ripido. Scrive recensioni su opere poetiche.

Ph Cinzia Baldacci