GRASSO DELLA POESIA DICE
La poesia è prima di tutto un modo per conoscere nel profondo. I versi vanno contemplati e rappresentano per me preghiera laica e occasione di ascolto di un portato etico, politico e sociale. Epica Quotidiana altro non è che un modo per acquisire una coscienza politica e un modo per scandagliare alcuni temi che sento necessari in questi nostri anni Venti. I temi fondamentali ora per me sono le mafie e le nuove dittature, la tecnologia e il clima. Un altro tema fondamentale è la nostra volontà di riconoscere un dolore individuale e collettivo che non ci consente di evolverci e maturare. Diventare adulti, insomma. Bisogna ora più che mai parlare del concetto di responsabilità individuale e collettiva che troppo spesso prendiamo sottogamba e che non ci consente non solo di migliorare ma di garantire alla nostra società prosperità, giustizia sociale e pari opportunità. In questo senso il lavoro e i lavoratori che si avvicendano nella raccolta hanno qualcosa di “epico” perché si assumono la loro responsabilità con la consapevolezza di un agire individuale e collettivo andando al lavoro ogni giorno.
Nel Novecento i temi erano l’automatismo, la borghesia, il ruolo dell’intellettuale. Ora i temi sono diversi. Li ho citati sopra. Occorre soltanto guardarli con altre lenti come ad esempio attraverso il paradigma della complessità mai come ora necessario per guardarci a livello globale e a ridimensionare ego e narcisismo che inquinano al pari delle emissioni di biossido di carbonio il nostro pianeta e il nostro corpo individuale e collettivo. E per quanto riguarda la produzione culturale, ad oggi, vale solo il riconoscimento economico di chi la produce. Insomma si parla di conoscenza. Che differenza c’è tra un dato e un verso?
LA SUA POESIA CI DICE
* Dalla sezione “Variazioni aziendali”, Epica quotidiana (Macabor Editore, 2020)
Abituè del compromesso
e del falso in bilancio
ma sulla cresta
ora camminiamo incerti.
Temiamo l’inciampo.
Ci attende una sepoltura di silicio
e spazzatura
e calura soffocante.
Ce la faremo?
* Dalla sezione “Memento”, Epica Quotidiana (Macabor Editore, 2020)
Abbiamo bisogno di persone buone
e pane fresco da mangiare
e di sorrisi allegri e rassicuranti.
Abbiamo bisogno di luce
che mostri vasti orizzonti e di mare.
Abbiamo bisogno di sentieri e di alberi
e di radici
e di innesti per nuove foglie e nuovi rami.
Abbiamo bisogno di coerenza
e pacche sulla spalla
e di dogmi di bene
per non lasciare spazio a tristi pensieri.
Siamo stanze vuote da coibentare
per proteggerci dal male.
* Inedito
Alle nove del mattino un rumore elettricocircolare
mi dà notizia della perdita della mia umana dimensione.
Sono ora solo produzione e la mia mente
dorma ancora come il sistema operativo,
d’altronde.
Il buffering gira e sono messa al chiodo,
legata al cavo.
Rispettare la metrica in postazione è
solo in apparenza semplice e indolore.
DICONO DI LEI E DELLA SUA POESIA
Gilda Policastro, su La Repubblica, note di lettura su poesia contenuta in “Memento”, Epica Quotidiana.
“Una poesia che parla del bisogno comune di ottenere l’approvazione degli altri, di sentire la propria posizione salda, e però mai definitiva: semmai aperta su nuovi orizzonti. Una retorica da pubblicità di automobile, e che però è vera. E per di più viene ribaltata nel finale da una sentenza che sconvolge l’armonia del testo: tutto ciò che serve a rafforzarci, anche il calore degli altri, in qualche modo ci offre le risorse per tenere le distanze, provvede a isolarci, a custodire il nostro vuoto – da conservare a temperatura ambiente.”
Maurizio Soldini, “carteggio virtuale” con l’autrice.
“Trovo originale la tua decisione di mettere in versi il travaglio di una società trafitta da disvalori che abbrutiscono il genere umano. Mi piace il fatto che tu abbia deciso di concentrarti sulle questioni del lavoro e soprattutto parlando delle lavoratrici. Indignazione e lavoro delle donne – e giustamente il loro “non lavoro”, il non avere mai lavorato e non lavorare, perché anche le donne che non hanno mai lavorato di fatto hanno fatto e fanno tutti i lavori di questo mondo – li anticipi in esergo per dire quale sarà lo zoccolo duro di questo tuo libro di poesia. Poesia che va sull’onda lunga di Fortini, Ottieri, Di Ruscio, Pasolini, etc. che tu citi dedicando loro alcuni testi. Lavoro e sesso – sesso imposto a mo’ di impostura e dunque subito come lacerazione della persona – si intrecciano in modo perfetto in quella che è una tua abile rappresentazione. E allora i testi che più mi hanno impressionato e più mi sono piaciuti sono Back Office, Epica quotidiana (forse il pezzo più prezioso che giustamente dà il titolo all’intera raccolta), Abuso d’atti d’ufficio, Data Entry, Starbuck’s, Memento. Per concludere cerco di sintetizzare quello che la lettura del tuo libro mi ha lasciato in virtù della tua capacità poetica, là dove la creatività e l’arte riescono a ben armonizzare messaggio e bellezza, etica e estetica. Una forza poematica traluce, difatti, dalla tua scrittura e dallo scivolare delle parole che stanno lì a incarnare la movimentazione di quel delirio sociale culturale e sessuale che ci si parano davanti ogni giorno a scanso di una felice libertà e di una libertà felice, nell’attesa di una redenzione liberante – auspicata – che riappacifichi con il piacere. Di tutti ma soprattutto delle donne. Piacere di vivere, di lavorare, di amare – con la semplicità di quell’onestà morale e intellettuale che oggi mancano nella società corrotta e ottenebrata dal potere maschilista individualista e capitalista.”
GRASSO E I POETI “INFLUENCERS”
Innanzitutto quelli a cui ho dedicato nella sezione “Le gesta dei padri” alcune poesie. Parlo di poeti e prosatori perché anche la prosa anche ha dei momenti di poesia. Quindi sicuramente Franco Fortini, Ottiero Ottieri, Rocco Scotellaro, Christian Tito, Luciano Bianciardi, Luigi Di Ruscio, Paolo Volponi, Ferruccio Brugnaro, Elio Pagliarani e Majakovskij. Ma leggo anche tanta poesia non strettamente civile o del lavoro perché per me non esiste tanta differenza, emotivamente e sotto il profilo dell’evocazione, tra una foglia che cade dall’albero o un lavoratore da un ponteggio. Stiamo parlando di vita e di morte e la poesia si occupa di questo e di molto altro. Chi mi accompagna nel percorso senza dubbio è Giorgio Ghiotti che mi ha fatto scoprire la poesia e con il quale costantemente mi confronto. Assieme a lui Nove, Galloni, Famularo, Ibello, Piccini, Ruscio, Soldini, Maffii, Sica, Bordini, Galluccio e Tarantino. A loro sono molto grata. Ma anche militanti come Bajec, Orecchini, Padua, Terzago, Giovenale e Modeo che mi danno sempre ottimi spunti di riflessione su ciò che viviamo. Poi ci sono i classici più o meno recenti ma comunque del Novecento come Palazzeschi, Whitman, Cavalli, Lamarque, Montale, Giudici, Sereni, Raboni, Testori, Bellezza, Zeichen, De Angelis, Kemeny, Magrelli, Insana e Valduga.
In dono a Ilaria e ai lettori di Larosainpiu, di Franco Fortini, Molto chiare… da Paesaggio con serpente, Einaudi 1984.
Molto chiare si vedono le cose.
Puoi contare ogni foglia dei platani.
Lungo il parco di settembre
l’autobus già ne porta via qualcuna.
Ad uno ad uno tornano gli ultimi mesi,
il lavoro imperfetto e l’ansia,
le mattine, le attese e le piogge.
Lo sguardo è là ma non vede una storia
di sé o di altri. Non sa più chi sia
l’ostinato che a notte annera carte
coi segni di una lingua non più sua
e replica il suo errore.
È niente? È qualche cosa?
Una risposta a queste domande è dovuta.
La forza di luglio era grande.
Quando è passata, è passata l’estate.
Però l’estate non è tutto.
Ilaria Grasso è originaria di Lucera (FG) e da molti anni vive a Roma. È impiegata e attivista transfemminista. Recensisce on line prosa e poesia su “Carteggi Letterari”, “Poetarum Silva” e “Zest Letteratura Sostenibile”. Ha pubblicato Le mie verdi miniere di sale (Arduino Sacco Editore). Alcuni suoi versi sono stati inseriti nell’agenda poetica Il segreto delle fragole della casa editrice LietoColle. Altri sono apparsi on line su “Atelier”, “Laboratori Poesia”, “Argo”, “Poesia Ultracontemporanea”, “I fiordalisi”, “Poetarum Silva”, “Carteggi Letterari” e “Inverso”. È presente con una sua poesia nella “Postazione permanente contro il femminicidio e la violenza di genere” del blog “Un posto di vacanza”. Recenti suoi lavori sono stati inclusi all’interno dell’opera Sud I Poeti e Secolo Donna 2019, con introduzione di Silvano Trevisani, edite da Macabor Editore.
ph Andrea Annessi Mecci