Dalle mie labbra alle tue
è un andare senza ritorno,
nell’esodo lento delle nuvole.

Il dolore di agosto,
tra vite sospese
e le gerbere appassite
sul davanzale.

***

Tra le spine di marzo e le mie dita,
è qui che comincia l’addio,

-una chiesa in lontananza.


La luce al neon nel tremore
di stanze di un minuscolo hotel,
autobus sfiniti e take away cinesi
alla periferia di Milano.

***

I miei occhi incontrano il pianto,
madre, e nel silenzio di un martedì
di marzo ritorno bambino
tra le tue braccia colme d’amore.
Dimentico, per un istante, la paura:
in questo mio esserci e stare,
come la polvere.

***

Stupore del nulla,
a strapiombo cado
nelle nude stanze della mente.
Il fiume scorre,
pensieri che si ripetono.
Tutto è qui,
tutto può accadere.
Sono in me l’abisso e la luce.

***

Riposa la memoria delle cose
sull’esile linea di un’infanzia
lontana e tradita,
dormono attese sulla nudità
di sguardi sempre troppo distanti
da questa inutile resa.
La frattura dei nervi e dei pensieri,
l’anestesia di un bacio dato di fretta:
la città muore in silenzio
nell’afa di luglio.


Luca Pizzolitto nasce a Torino il 12 febbraio 1980, città dove attualmente vive e lavora come educatore professionale.
Da quasi vent’anni si interessa e si occupa di poesia.
Nel 2008 vince il Premio Arezzo Poesia; nel 2014 si classifica primo al Concorso Letterario Internazionale Città di Moncalieri; nel 2019 vince il Premio Internazionale Città di Latina.
I suoi ultimi libri pubblicati sono: L’allontanarsi delle cose (Ladolfi), Il silenzio necessario (Transeuropa), Dove non sono mai stato (Campanotto), Il tempo fertile della solitudine (Campanotto), Tornando a casa (Puntoacapo), La ragione della polvere (PeQuod, Rive).

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