foto miaQualcosa, rileggendo i miei versi, guardandoli e assorbendoli cioè come autore distaccato dal proprio officio, cercando d’immaginare quel che un lettore comune vi possa sentire o vedere, qualcosa, dicevo, di non facilmente decifrabile o definibile, mi prende e mi porta in una dimensione particolarissima che è quella dello specchio: c’è tanta aria dentro e acqua e infiniti silenzi ed è il ricordo di un sogno che non è mai stato sognato. Non tutto è chiaro e anche i motivi che lo hanno determinato sembrano vaghi, indistinti, come tirati via da antiche regioni della mente, le quali non hanno confini ma soglie di intima sopravvivenza; e in quel paesaggio, tutta pioggia lontana, tutto sentieri girevoli, di colpo una parola chiede d’esser seguita. Quella parola suggerisce una possibilità. È il suono di una voce, l’esatta cucitura di un interno, un nucleo tragico assoluto che indovina e accoglie come un gesto, come la filigrana di un mondo appena scoperto.
Mi chiedo cosa un lettore possa pensare di tutte quelle visioni che lo spostano da un punto all’altro del sogno e all’improvviso gli rivelano un motivo, non dico già della lirica, ma del sentimento che in essa è radicato al punto da finirci dentro con tutto se stesso, e magari provare piacere se una gioia o un dolore a un tratto ne determini un fuoco, anche piccolo, un precipizio, dove può trovarsi racchiusa tutta la sua vita. In quel mirino, in quella scena seppur capovolta o data in frammenti di umori imprevedibili, io vi vedo una fuga di anime erranti, corpi che salgono invitti da una guerra invisibile, gente che aspetta d’essere presa; dicono la bellezza o la follia di ogni umana presenza: strade, case, visi, oggetti che il tempo ricolloca continuamente nella sua dimora e riformula attraverso una voce che non vuole descrivere o analizzare ma suggerire, semmai perdere, dunque, riannunciando sempre se stessa nel nuovo inizio o nella fine ritrovata, con un semplice soffio di lettere.

Per la nuvola creo un sacro stupore
per il vento una radice d’ebbrezza
e un fumo piccolo per ogni parola:
qualcuno prenderà i resti, gli avanzi
di ogni storia perduta, alzerà un fuoco di albe sconosciute
invecchierà dentro una poesia
poi verranno i ricordi, l’ennesima luna
cadrà nel grande mare
e i pesci usciranno dai loro nascondigli
si udirà l’assalto
alla luce buona dei campi
alla canzone dei morti calendari
ci chiederemo dove passa l’amore
con quale lingua il tempo e l’enigma
di una vita sola
verranno spie della notte
in lunghe file di sogni
porteranno innocenza e calunnia
e stupore e gioia
il dio filosofo comincerà a lacrimare
e dai fiori usciranno altri fiori.

*

Quando io e te ci guardiamo veramente
diamo inizio alla pioggia,
gli uccelli rientrano nelle loro ombre
ogni albero è uno scavo di suoni.
Ci raccogliamo nelle polveri di antiche carovane
cominciamo a vedere veramente
i resti di qualcosa
la cenere d’oro dei pianti
l’attrito di erbe mediche
il primo fiuto degli ippocampi
che girano nel sonno
così che il cuore li sente germinare
come da un tuono distante un passo.

*

L’isola che ti do non porta uscite
piuttosto si gira intorno ai picchi di luna
si cerca nella sabbia una voce

ma è questa barca la mia croce, notte
rivoltati a granelli di vetro
portami altrove solco rimettimi

nella tua mano di rovi e cotone
nella tua trasparenza soffiami la parola
che ancora non sa di sapere.


Giovanni Perri nasce a Napoli nel 1972. Consegue la laurea in lettere moderne con una tesi in storia dell’arte medievale. Fa parte della redazione di “Bibbia d’Asfalto- Poesia urbana e autostradale” e di “Inverso –Giornale di poesia”, collabora a “Menabò quadrimestrale internazionale di cultura poetica e letteraria” ed è redattore di Menabò on-line. Nel 2017 pubblica e mi domando la specie dei sogni, sua prima raccolta di poesie, per le edizioni Terra d’ulivi. Ottiene numerosi riconoscimenti ed è presente in diverse riviste e antologie. Alcuni suoi testi sono stati tradotti in spagnolo. Cifrario dell’invisibile del 2019 è, sempre per Terra d’Ulivi edizioni, la sua seconda raccolta di poesie.

Cifrario dell’invisibile (edizioniterradulivi.it)